Anche se Honda sembra ormai orientata a puntare su di lui, preferendolo ad Andrea Dovizioso, Marco Simoncelli ha vissuto a Indianapolis una delle giornate più frustranti della stagione, e menomale che questo non dovrebbe andare a incidere sul contratto che andrà a siglare per il prossimo anno (ormai i giochi sono in via di definizione). Sul circuito statunitense, complici le alte temperature – asfalto a 50°C – e un feeling mai sbocciato con l’anteriore, il ravennate ha fatto la corsa del gambero:
dopo 5 giri a tutta, ha ceduto di schianto finendo, lentamente ma inesorabilmente, nel dimenticatoio, fino alla dodicesima piazza sotto la bandiera a scacchi. Non che il “Sic” non si fosse fatto il palato… già nelle qualifiche di sabato, infatti, aveva sofferto un problema sul lato sinistro della anteriore che pensava di aver risolto con una piccola modifica nel warm-up;
siccome però in gruppo sembra essere rimasto il solo Valentino Rossi l’unico ad avere proprietà taumaturgiche nelle libere della domenica mattina (ma non si capisce come mai no riesca ad anticiparle almeno alle qualifiche), la novità ipotizzata da Marco Simoncelli con il box del San Carlo Gresini-Honda team ha funzionato solo nella parte iniziale della gara, prima di sciogliersi come neve sotto i colpi del torrido caldo di Indy.
Dopo le rovinose cadute della prima parte della stagione, se non altro Simoncelli sembra aver imparato la lezione: meglio staccare dalla manopola del gas e cercare di portare a casa un risultato, piuttosto che continuare a guidare al limite anche quando la moto non è nelle condizioni di sostenerti…
Purtroppo la mia gara vera è durata soltanto cinque giri. Sono stati belli e mi sono anche divertito, però ne mancavano altri 23. In gara con il caldo la gomma davanti ha avuto un forte calo, poi è rimasta costante per sei, sette giri dopodiché calava costantemente giro dopo giro. E’ stato un vero e proprio calvario arrivare alla fine, andavo pianissimo rischiando la vita. Adesso verificheremo il perché.