La gomma è nata – anche – per cancellare. E’ possibile allora che, in un regime di monogomma, tutto quanto di buono disegnato in passato da Casey Stoner in sella a una Ducati finisca cancellato di botto, nonostante il polso che guida il manubrio ed eroga il gas sia oggi quello (ancor più nobile) di Valentino Rossi.
Tra le varie ipotesi che si stanno valutando nel reparto corse di Borgo Panigale, ce n’è una che potrebbe voler dire stravolgere il progetto portato avanti sin qui, ma che sembra anche l’unica veramente in grado di garantire una soluzione buona per ovviare alle difficoltà di Valentino Rossi in gara: si tratta di trasformare radicalmente la Desmosedici da “motore con la moto intorno” a una più tradizionale “moto con il motore dentro”.
Se nel 2007 infatti un grosso vantaggio della moto che portò Casey Stoner era il famoso “gommone”, una soluzione studiata appositamente da Bridgestone per la casa di Borgo Panigale che era anche una delle poche ad essere equipaggiata dalla casa giapponese, ora il passaggio ad un regime di fornitore unico ha ridotto la quantità delle mescole a disposizione costringendo, per assurdo, a “buttare via” telai su telai invece che pneumatici.
Lo strapotere tecnologico e ingegneristico di Honda si è fatto sentire: la casa giapponese ha infatti disegnato e realizzato telai su telai fino a trovare la soluzione migliore. Yamaha è tornata al progetto del 2010 dopo aver sperimentato novità che non hanno dato risultati esaltanti, mentre Ducati si vede “costretta” a valutare l’ipotesi di un telaio tradizionale, una struttura perimetrale in alluminio in grado di sposarsi perfettamente con queste gomme incredibilmente dure e prestazionali.
Al momento, questa sembra essere l’unica soluzione più che la nuova elettronica che dovrebbe debuttare a Brno. Ma è anche l’unica teoria che in Ducati, fino alle altissime sfere, tutti sperano di non dover applicare per tornare a vincere. Perché alla fine è questo che conta nel MotoGP…