Motociclette Euro 5 dal 2015 – Ecologia o Mercato?

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Si preannunciano tempi duri per i motoveicoli a partire dal 2012: l’ idea è, infatti, quella di “armonizzare” l’ omologazione delle due e quattro ruote portando anche i motoveicoli ad abbracciare lo standard Euro 5 entro il 2015 con degli step intemedi abbastanza stringenti.

Si sono riuniti il mese scorso i rappresentanti delle Case motoristiche che aderiscoo all’ ACEM, l’Associazione dei Costruttori Europei di Moto, con l’ intento di definire la regolamentazione riguardante l’ omologazione contro l’ inquinamento dei motoveicoli nel prossimo futuro.
 
Il fine ultimo è quello di trovare delle normative che permettano di ridurre sensibilmente le emissioni di CO2 da parte di ciclomotori e motocicli: in quest’ ottica, la proposta che pare più plausibile è quella che vorrebbe portare al livellamento dell’ omologazione tra due e quattro ruote, portando ad EURO 5 anche i motoveicoli. La deadline diventerebbe, quindi, il 2015, termine entro il quale tutte le moto dovranno essere omologate EURO 5.
 
Previste anche delle fasi intermedie: entro il 2012, infatti, i costruttori vorrebbero elevare l’ omologazione delle motociclette da EURO 3 a EURO 4, e quella dei ciclomotori da EURO 2 a EURO 3.
 

 
Dopo il meeting di dicembre, l’ACEM ha intenzione di presentare la proposta direttamente all’ Unione Europea, affinché questa adegui le normative comunitarie ai motoveicoli, ritenuti ancora eccessivamente inquinanti.
 
L’ assimilazione delle due alle quattro ruote in termini di omologazione, permetterebbe ovviamente di ravvivare il mercato delle moto nuove, gettando nell’ oblio e nel deprezzamento l’ usato, e di sostenere il personale delle aziende in un periodo di crisi.
A livello ecologico, invece, le stime dell’ ACEM prevedono che l’ introduzione dell’ EURO 5 potrà ridurre le emissioni inquinanti di moto e ciclomotori del 50%.
 
Anche questa volta, pare che più che all’ ecologia si badi all’ economia generale. Di certo, la nostra idea è che prima di agire nel settore motociclistico, occorrebbe probabilmente razionalizzare le emissioni inquinanti prodotte dal riscaldamento civile, industriale e investire in ricerca e energie alternative piuttosto che infierire ulteriormente su un mercato relativamente ridotto rispetto a quello di altri settori sicuramente più inquinanti.
 
 
Foto da www.scientificblogging.com

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