Moto, dopo KTM c’è un nuovo colosso che rischia grosso: crack vicinissimo

Brutte notizie dal mondo delle due ruote. Un altro marchio storico sta per crollare, trascinato nel vortice della crisi che ha già colpito KTM.

Il settore delle moto sta vivendo momenti bui. Dopo il tracollo di KTM, ora è MV Agusta a tremare. Dal lago di Varese arrivano notizie preoccupanti per uno dei marchi più prestigiosi del motociclismo italiano. La situazione è così grave che persino gli stipendi sono a rischio.

Crisi KTM
La crisi oltre KTM (KTM) nextmoto.it

Venerdì scorso, in un’assemblea carica di tensione, i dipendenti hanno ricevuto una doccia fredda. Oltre 140 lavoratori hanno ascoltato in silenzio quello che temevano da giorni: l’azienda non può garantire né gli stipendi di dicembre né le tredicesime. Un colpo durissimo, soprattutto a poche settimane dal Natale.

Un’eccellenza italiana in pericolo

Sul lago di Varese nascono quelle che gli appassionati chiamano “le moto più belle del mondo”. Ogni pezzo che esce dalla fabbrica porta una firma, quella degli artigiani che da anni mettono passione e competenza in queste due ruote. Ma oggi tutto questo rischia di sparire.

Crisi KTM
Dalle linee escono moto perfette come sempre (Mv Agusta) nextmoto.it

Lo tsunami che ha travolto KTM in Austria è arrivato fino alla Schiranna. La casa madre sta attraversando una crisi miliardaria e le conseguenze si fanno sentire anche in Italia. I sindacati non si arrendono. Lunedì ci sarà un nuovo incontro con l’azienda, ma il clima è pesante. Nei reparti si continua a lavorare, ma con il cuore stretto in una morsa. Chi mette le mani sulle carenature dei bolidi MV Agusta sa che ogni moto potrebbe essere l’ultima.

Non è solo questione di stipendi. MV Agusta rappresenta un pezzo di storia italiana, un simbolo del Made in Italy che ha conquistato il mondo. La sua crisi è come una ferita aperta nel cuore dell’industria motociclistica nazionale. Se dovesse chiudere, non perderemmo solo un’azienda, ma un patrimonio di conoscenze e tradizioni costruito in decenni.

Nei capannoni della Schiranna si respira un’aria strana. Gli operai continuano il loro lavoro, precisi come sempre, ma con la testa altrove. Pensano alle bollette da pagare, al mutuo, ai regali di Natale promessi ai figli. La paura serpeggia tra i reparti come una nebbia sottile.

Il mercato delle moto sta cambiando. La transizione ecologica, i nuovi competitor asiatici, la digitalizzazione: sono sfide enormi anche per chi ha fatto la storia. MV Agusta è come un pilota che affronta una curva cieca a tutta velocità, senza sapere cosa troverà dall’altra parte.

Eppure le moto continuano a uscire dalla fabbrica, perfette come sempre. Gli operai ci mettono lo stesso impegno di sempre, la stessa cura maniacale per i dettagli. È questo il paradosso: mentre l’azienda rischia il crack, dalla linea di produzione escono ancora capolavori su due ruote.

La speranza è che si trovi una soluzione prima che sia troppo tardi. MV Agusta non può finire così, come una candela che si spegne nel silenzio. Il rombo dei suoi motori ha fatto sognare troppi appassionati per arrendersi ora. Ma il tempo stringe, e le nuvole all’orizzonte si fanno sempre più scure.

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