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Moto dalla Cina, scatta l’allarme in Italia: clienti infuriati ora

Arrivano le lamentele dei clienti italiani: la gestione delle aziende cinesi fa discutere, ecco cosa non va nelle moto del paese del dragone

La Cina ha investito molto nel settore dei motori negli ultimi anni. Il paese del Dragone da comprimario è diventato assoluta protagonista nel settore, sia per quanto riguarda le automobili (dove ha ormai colmato il gap da Giappone, Europa e Stati Uniti diventando assoluto leader nelle esportazioni) che nel campo delle due ruote, con realtà locali come per esempio QJ Motor che sono diventati ben noti anche alle nostre latitudini e investimenti anche in aziende straniere, come ad esempio anche l’italiana Benelli.

Moto dalla Cina, proteste dai clienti italiani (QJmotor)

Le ragioni del successo dei modelli che arrivano da Pechino sono presti detti: buona qualità, innovazione, e soprattutto prezzi davvero bassi e davvero difficili da pareggiare per la concorrenza. Anche l’industria cinese, però, ha ancora degli aspetti su cui deve lavorare. Un appassionato, intervenuto sul portale motociclismo.it, ha dato uno spunto in questo senso criticando aspramente un aspetto delle aziende cinesi.

Le aziende cinesi, la rete di concessionari è davvero un problema?

Diversi appassionati di moto hanno criticato la rete di concessionari e le modalità di vendita delle moto che arrivano dalla Cina nel nostro paese, giudicandole un po’ caotiche (i prodotti dell’azienda sono spesso venduti da concessionari diversi facendosi concorrenza a vicenda) poco efficaci, non troppo affidabili e soprattutto non in grado di distinguere e valorizzare i propri prodotti. A risentirne sono proprio le vendite, un fattore che penalizza anche per esempio l’italiana Benelli.

Moto dalla Cina, lamentele sui concessionari – Nextmoto.it

Proprio questo appare l’ultimo baluardo da superare per le aziende: ad oggi infatti i colossi dalla Cina si affidano ad importatori o ad altri realtà locali, solo poche case hanno concessionari di proprietà. Questo sicuramente rende più difficile riuscire ad avere una rete locale più omogenea, efficiente e calibrata sul target.

E’ anche vero, però, che le aziende che arrivano dalla Cina producono prodotti molto simili tra loro, difficili da caratterizzare e quindi da gestire separatamente, come per esempio invece avviene con i brand Piaggio (che tra Vespa, Aprilia, Moto Guzzi e così via ha brand molto diversi tra loro e ben caratterizzati e inseriti in una fascia di clientela diversa). Riuscire a potenziare questo aspetto non è semplice. E voi siete d’accordo con questi clienti? E’ davvero questo lo step che manca per far si che l’industria cinese riesca davvero a dominare il settore delle due ruote?