E’ possibile trasformare un chopper in una motocicletta da gara? Ci hanno provato in America. Il risultato è davvero da non credere.
Se il vostro sogno è far voltare tutti al passaggio in sella alla vostra moto, con questo esemplare è scontato che riuscirete ad avverarlo. Diffusa in edizione limitata ad un prezzo non esattamente accessibile, si tratta della riproduzione di un modello che ha fatto molto discutere nel 2022.
Per quale motivo? Per la sua esibizione alla MotoAmerica King of Baggers, che vede normalissimi bagger made in USA trasformati in bolidi da corsa, per il mero gusto dell’esibizione.
Chopper o moto da competizione? La soluzione in un modello unico
Nel contesto di questa manifestazione si sono scontrati due brand storici della categoria come Indian Motorcycles e Harley Davidson. Come si può facilmente intuire operare certe conversioni prevede un esborso notevole di denaro, oltre che una buona dose di fantasia da parte dei progettisti. Dunque per celebrare il successo ottenuto nel 2022 in questa sfida da Tyler O’Hara, la Indian Motorcycles Racing e la S&S Cycle si sono unite per dare forma ad una copia unica realizzata in maniera artigianale dall’inizio alla fine.
In tutto ne sono state rilasciate 29 unità per un prezzo finale ben 84.407 euro.
Vediamo ora come è stato possibile trasformare un mezzo mastodontico e con ogni dotazione, compreso lo stereo, in un mezzo da gara, che necessita di poco peso e di forme fluide ed essenziali.
Il telaio è stato mantenuto quello di serie, mentre sono stati aggiunti dei rinforzi extra al forcellone. La carenatura è stata ripresa dalla variante stradale, mentre sono stati rimossi i fari, il lettore musicale e tutte quelle sezioni superflue per un mezzo racing. Inalterati sia il serbatoio, a dispetto dell’incremento della potenza del bicilindrico a V, sia il radiatore. Complessivamente non sono stati toccati neppure il propulsore nel suo complesso, il cambio e la trasmissione.
Le complessità a cui hanno dovuto far fronte i designer hanno riguardato in particolare il sistema frenante, le sospensioni e il grip, oltre che l’altezza da terra, limitata in origine e che ha dovuto essere aumentata.
Sono state sostituite le ruote prima in combinazione 19 e 16 pollici, con un paio unitario nelle dimensioni da 17 pollici. Il materiale utilizzato è alluminio forgiato leggero e le gomme sono Dunlop. I freni anteriori sono stati rafforzati e implementati con pinze della Brembo M4 e dischi da 330 mm, mentre le sospensioni della Ohlins sono state rese regolabili.
Tornando all’unità motrice, il bicilindrico a V a 60° è stato ampiamente modificato, con cilindrata di 1.768 cc portata a 1.834 cc. Il peso minimo è di 281 kg. L’altezza della sella è incrementata da 672 mm a 889 mm, addirittura maggiore rispetto a modelli di brand come BMW e KTM. Pur non essendo una piuma e di una certa lunghezza e altezza, la Challenger RR si difende bene in circuito. Seppur più lenta di 4″ da una SBK a stelle e strisce, in quel di Daytona è andata oltre i 290 km/h.