Lo scorso anno non lo voleva nessuno, al punto che fu costretto a ripiegare in Superbike per trovare un manubrio; poi, in questa stagione, un feeling nato in fretta con la squadra e risultati che – dopo le prime uscite – hanno cominciato ad arrivare, hanno convinto tutti del fatto che Marco Melandri fosse tutt’altro che bollito; magari solo un po’ sfortunato…
Scaricato dal team Yamaha, non fosse altro perché il prossimo anno la casa dei tre diapason non sarà al via del mondiale Superbike (se non con una formazione che però sarà solo motorizzata da Yamaha, ma per la quale gli investimenti dovranno arrivare da un munifico sponsor), Melandri sembrava sul punto di dover cominciare tutto daccapo ripartendo, ancora una volta, dalla polvere.
Invece, a dispetto di un movimento in crisi (economica: il mercato delle moto ne sta risentendo in maniera devastante), Marco Melandri si trova oggi nella condizione di poter scegliere, con la tranquillità di poter contare su squadre che lo vogliono ingaggiare per affidargli la moto che dovrà condurlo a vincere il titolo mondiale.
Merito di una classifica che lo vuole al secondo posto, primo dei normali dietro a un Carlos Checa che sta vivendo quella stagione in cui “se metti su una fabbrica di cappelli comincia a nascere gente con due teste”: chi punterà su Marco Melandri, è convinto di andare sul sicuro!
Si sono fatti avanti due grandi nomi, ma per il momento siamo solo ad un discorso preliminare: c’è sicuramente il forte interesse di BMW, che è entrata da pochi anni nel mondiale Superbike con un investimento fuori-parametro (per tutti gli altri) e si è vista immalinconirsi in mezzo al gruppo, mai protagonista come avrebbe voluto essere. L’alternativa si chiama Aprilia, a patto che Max Biaggi opti (come alcuni ipotizzano) per il ritiro, mentre è sempre calda la pista Kawasaki: con la “verdona” Melandri si trovò a proprio agio in MotoGP, e il discorso potrebbe essere ripreso…
