Marco Melandri si espone in un giudizio sugli ex colleghi. Coinvolti inevitabilmente Marc Marquez e Valentino Rossi
Ormai da tempo lontano dalle competizioni Marco Melandri è tornato a parlare della MotoGP e lo ha fatto alla vigilia di uno dei round più attesi del calendario come il GP del Mugello. L’ex pilota ha tracciato un bilancio delle forze in campo identificando punti deboli e caratteristiche vincenti dei protagonisti attuali, non mancando qualche digressione sul passato.
Ma partiamo dal presente. Stando a Melandri, oggi la Ducati non ha rivali e in particolare Pecco Bagnaia possiede quel qualcosa in più per fare la differenza. “Come testa è quello più pronto. E’ consapevole del suo valore e della sua velocità avendo trionfato l’anno scorso. Inoltre dispone della moto migliore e la sa guidare al meglio“, la sua analisi al portale Planetwin365.news.
Spostando l’attenzione sull’altro lato del box ufficiale di Borgo Panigale, Marco ha ravvisato somiglianze tra quello che era il suo stile e quello di Enea Bastianini. “Ci assomigliamo per posizione in sella e per attitudine in corsa. Come lui ero attendista nella prima parte, per poi dare il massimo sul finale“.
Impossibile non dedicare un pensiero a Marc Marquez, grande mattatore della top class sin dal suo debutto avvenuto nel 2013. Con la Honda lo spagnolo ha creato un binomio bestiale fatto di successi a ripetizione e briciole lasciate alla concorrenza. Questo fino al 2020 con la caduta nel gran premio inaugurale di Jerez che gli ha stravolto la carriera.
“Lo vidi nel 2015 e mi impressionò“, il racconto dell’emiliano, soffermatosi sulle peculiarità di una modalità di atteggiamento sulla moto davvero unico da parte del #93. “Aveva spostato il limite e cambiato il modo di guida, usava il corpo come mai nessuno prima di lui“.
Il Cabroncito, a suo avviso, è dunque il più forte della generazione moderna. Uno step avanti rispetto a Valentino Rossi, secondo in questa speciale classifica. “L’abilità di Valentino non stava tanto nella velocità pura, quanto nel saper portare a casa il risultato in ogni condizione, sia sull’asciutto, sia sul bagnato“, ha proseguito la disamina.
A sorpresa nella lista dei centauri più talentuosi il 40enne ha inserito il giapponese Tomomi Manako, suo avversario ai tempi della 125 cc. “Era il mio primo anno nel motomondiale. Avevo quindici anni. Lo osservavo con ammirazione e grazie a lui ho imparato moltissimo“.
Di Dani Pedrosa, ossia mister costanza, Marco ha lodato lo stile pulito agevolato dalla bassa statura. “Il fatto che fosse tanto minuto lo rendeva debole nei corpo a corpo, per cui doveva cercare di mettere un gap tra e gli altri“. Melandri ha citato anche Marco Simoncelli, uno che a suo avviso anche nelle riunioni tecniche o nei momenti seri, sapeva smorzare tutto con un sorriso.
Parlando di sé stesso, invece, ha voluto ricordare un sorpasso, doppio, per la verità, compiuto ai danni di Rossi e Biaggi. “Era il 2005 al Mugello. E’ valso come un titolo”. Felice della sua carriera, il campione della 250 cc del 2002 ha ammesso di avere un rimpianto che curiosamente riguarda le quattro ruote. “Nel 2005 Toyota mi propose un test di due giorni al Castellet. La Honda per cui correvo me lo impedì. Ci penso ancora oggi“.