Il duello tra Marquez e Bagnaia è cominciato prima sui giornali che in pista: scopriamo quali sono le differenze tra le loro moto.
Sul finire della passata stagione Marc Marquez si è reso protagonista di una decisione che per importanza e clamore mediatico ha ricordato la “Decision” di Lebron James. Il pilota iberico, otto volte campione del mondo, ha scelto di lasciare Honda con un anno di anticipo sulla fine del contratto per provare a tornare competitivo e a lottare per il mondiale.
Il numero 93 ha fatto di tutto pur di approdare in Ducati (al momento la moto di riferimento del mondiale) e Gresini lo ha accolto in squadra. Un po’ tutti, piloti compresi, sono convinti che Marc riuscirà in fretta ad essere competitivo e che sia da considerare un serio contender per la vittoria del mondiale 2024.
L’azienda di Borgo Panigale ha accettato di buon grado di accogliere Marquez tra le sue fila (avere un pilota forte in più aumenta le chance di ripetere il successo degli anni passati), ma non ha fatto eccezioni: Marc, come tutti i piloti al di fuori dei team Lenovo e Pramac, avrà la moto dell’anno precedente.
Sfida Marquez-Bagnaia: la differenza tra le loro moto è davvero così marcata?
Teoricamente, dunque, Marquez parte in svantaggio tecnico rispetto al campione del mondo in carica Pecco Bagnaia, il quale potrà contare sulla versione GP24 della Ducati e sul supporto del team factory. Ma siamo certi che lo svantaggio sia poi così grande? Ad esempio nel mondiale 2022 la moto dell’anno precedente inizialmente era molto più performante e lo scorso anno la GP23 è risultata più complicata da adattare alle varie piste rispetto a quella che l’aveva preceduta.
Possibile dunque che le stesse problematiche incontrate negli anni precedenti dai piloti ufficiali si ripresentino anche in questa stagione e che, almeno ad inizio campionato, ad essere in vantaggio siano i piloti che possono utilizzare la moto dell’anno precedente. Tuttavia sembra che questa volta Ducati abbia fatto un passo in avanti più marcato rispetto alle passate stagioni, almeno secondo quanto emerso dai test sul motore effettuati a Valencia.
Sia Bagnaia che Dall’Igna hanno sottolineato come il nuovo motore sia più veloce e più dolce in erogazione, cosa che dovrebbe dare un vantaggio sia sul dritto che in uscita di curva. Un miglioramento che è stato confermato in una recente intervista concessa a Marca anche dal direttore tecnico di Ducati Davide Barana:
“Per il prossimo anno avremo un motore migliore, con un po’ più di potenza. Ovviamente dopo dieci anni di regolamento stabile, è sempre difficile trovare qualche cavallo in più. Ma quest’anno abbiamo ottenuto una buona serie di vantaggi, in parte ottenuti anche grazie all’adozione di nuovi carburanti e al lavoro con Shell. Siamo stati attenti a preservare la guidabilità del motore e i test di Valencia sono andati bene, perché Pecco ha notato l’aumento di prestazioni, a fronte di una guidabilità identica, se non migliore”.
Adesso bisognerà vedere se il passo in avanti deciso è stato fatto anche in ingresso curva, fase di guida in cui i piloti – specialmente Bagnaia – hanno avuto le maggiori difficoltà nella passata stagione. Per questo bisognerà capire se Ducati ha indovinato le mosse giuste anche sull’aerodinamica: “Come anticipato, avremo un pacchetto aerodinamico nuovo a Sepang – ha spiegato Barana a Marca – Si vedrà chiaramente la differenza. Non sarà qualcosa di mai visto prima, ma avrà modifiche piuttosto evidenti. Nelle simulazioni ci ha dato buoni risultati e andrà confermata in pista dai piloti”.