Il caso Marquez tiene ancora banco in MotoGP. Le parole dell’ex dirigente fanno capire meglio com’è la situazione.
Al Sachsenring possiamo dire di aver visto Marc Marquez tirare fuori il peggio e forse anche il meglio di sé. Già molto critico nei confronti della Honda, rea di non essere stata in grado di migliorare la moto dopo l’orribile 2022 per l’HRC, Marquez, dopo essersi infortunato a inizio stagione è tornato, ritrovando i medesimi problemi lasciati.
In Germania, sin dalle prime prove il pilota di Cervera ha mostrato difficoltà a stare in sella, rendendosi protagonista di almeno tre episodi al limite. Il primo, un’imbarcata dalla quale si è salvato per pochissimo con un emblematico dito medio rivolto alla Honda. Il secondo, il violento crash nelle libere 2 con la Ducati Pramac di Johann Zarco. Il terzo, infine, con una caduta nel warm up dalla quale ha riportato un’altra lieve frattura alla mano.
Tutti segni di un evidente nervosismo e di un tentativo di spremere il più possibile la RC213 V per cercare di tirarne fuori qualcosa di buono. Si è soffermato sulla difficile situazione di Marquez anche Oscar Haro, un tempo al vertice della LCR Honda. Il manager ne ha parlato con Nico Abad sul suo canale Twitch, evidenziando tutti i problemi di una Honda a tratti ingestibile.
Marquez, dichiarazioni inequivocabili quelle di Haro
“Marc ha ambizione e amor proprio, non credo dunque che avesse necessità di cadere cinque volte“, ha affermato Haro rafforzando la sua tesi di una moto indomabile ed esaltando il coraggio dimostrato dal 30enne che, invece di alzare bandiera bianca, ha accettato di correre dei rischi con l’obiettivo di competere con coloro che hanno una Moto più performante.
“Se fosse sceso subito dalla sella nessuno avrebbe detto niente. Non si può chiedergli di più. Si sta giocando la sua integrità fisica ogni giro, e dopo le scivolate, torna al box abbattuto per la sua impotenza a cambiare le cose“, ha proseguito Haro nella difesa dell’otto volte iridato.
Per concludere, l’ex manager ha tirato un’altra frecciata al marchio giapponese, asserendo come nessuno della Casa madre si sia interessato ai suggerimenti dei piloti e agli appelli di modifiche ad una moto ben lontana dai livelli vincenti dello scorso decennio, quelli del dominio assoluto nella classe regina.
Intanto, nonostante la frattura alla mano, Marquez ha deciso di scendere in pista nel GP di Assen, l’ultimo prima della pausa estiva. Per Marc, un altro incidente ma, stavolta, non per colpa della moto, bensì per una sua distrazione che è costata il tamponamento con Bastianini. Nella Gara Sprint del sabato, lo spagnolo ha chiuso al 17esimo posto, piazzamento che la dice tutta sulle difficoltà del momento.
Una fase davvero complessa che lo sta mettendo alla prova psicologicamente, oltre che fisicamente. Non a casa sono sempre più frequenti le indiscrezioni che lo vorrebbero lontano dal marchio a cui si unì nel 2013 al suo debutto nella top class del motomondiale, anche se le alternative valide sono davvero poche.