Marc Marquez è stato aspramente criticato per il suo comportamento in pista in questa prima fase della stagione MotoGP, eppure c’è qualcuno di sorprendente che continua a difenderlo
Se l’incidente di Portimao che era costato la gara al padrone di casa Oliveira e la frattura alla dito della mano allo stesso Marc non era bastato per sommergere di critiche il pilota della Honda otto volte campione del mondo per la sua guida troppo aggressiva, il suo ritorno in pista a Le Mans ha alimentato ancora dipiù i mugugni verso la sua guida.
Tra la guida al limite tenuta nel corso delle prove libere prima e delle due gare poi e il solito trucchetto di Marquez che per ottenere una buona posizione in griglia di partenza prova a sfruttare in ogni modo la scia dei suoi avversari, le polemiche su Marc non accennano a placarsi.
In più c’è sicuramente da considerare la rabbia o anche solo il fastidio accumulato dai suoi haters dopo l’annullamento della squalifica del doppio long lap penalty. La penalità seppur da considerare giustamente inflitta per il comportamento tenuto durante la gara di Portimao, dove essere scontata nel GP di Argentina come stabilito dai commissari. Marc non ha corsa quella gara in quanto infortunato e un successivo ricorso Honda ha portato all’annullamento definitivo della sanzione.
Marquez arriva una difesa inaspettata
Insomma tra dichiarazioni al limite e uno stile di guida contestato, l’argomento Marquez è tornato sulla bocca di tutti. Di lui ha parlato anche Paolo Simoncelli, il padre dell’indimenticabile Marco Simoncelli, oggi direttore generale della SIC58 Squadra Corse. Sul suo blog nei giorni successivi al weekend di Le Mans Paolo ha parlato di Marc difendendolo dal mare di critiche ricevute in questo inizio di stagione.
“Nelle televisioni e sui giornali non cercano altro che un pretesto per attaccare Marquez“, dice Paolo Simoncelli. “Si parla spesso dei sorpassi azzardati e del suo stile di guida, ma se nella scorsa gara fosse stato lui il protagonista di qualcuno dei contatti che abbiamo visto? Sicuramente non l’avrebbero fatta passare come hanno fatto con gli altri piloti, quasi glissando sul tema. L’avrebbero messo al rogo“, conclude il padre di SuperSic.
Per qualche motivo la vicenda di Marquez gli ha ricordato quanto accaduto al figlio Marco, anche lui criticato a causa della sua guida giudicata troppo spericolata. “Questa storia mi sembra di averla già sentita – conclude Paolo – Lui viene accusato a differenza di altri di sorpassi troppo aggressivi, ma le traiettorie a fil di cordolo, i brividi e l’adrenalina sono l’essenza di questo sport. Senza di queste non esisterebbe il motociclismo“.