Primo weekend della MotoGP a due facce per Marc Marquez passato dall’illusione alla delusione e la richiesta del manager è esplicita
Fino a tre anni fa terrorizzava tutti con la sua guida semplicemente perché era un cannibale in MotoGP e lasciava poche briciole. Oggi però Marc Marquez fa paura solo per quello che combina in pista con la sua irruenza sconsiderata.
L’ultima prova è freschissima, con l’incidente provocato al terzo giro del GP del Portogallo a Portimao. Ci ha rimesso lui che aspetta gli esiti degli esami per capire se il metacarpo della mano destra (sempre il solito braccio, insomma) sia rotto o potrà tornare già in Argentina. E comunque dovrà scontare due long lap penalty nella gara lunga per la sua condotta sconsiderata.
Ma ci hanno rimesso anche gli avversari: Miguel Oliveira con una botta alla gamba, per fortuna solo dolorosa ma senza fratture. E Jorge Martin che nel botto si è fratturato un dito del piede ma ha ripreso, salvo poi cadere di nuovo a pochi giri dalla fine.
Marc Marquez, la richiesta del manager è esplicita: arriva la difesa del team
Ora il mondo della MotoGp si interroga per capire che fare di Marquez. Nessuno mette in dubbio la profonda impronta data dal pilota madrileno al Mondiale negli ultimi dieci anni. Ma tutti conoscono il suo carattere e sanno che non si arrende nemmeno di fronte all’evidenza di una Honda HRC inferiore agli avversari.
La pole conquistata solo con la scaltrezza di seguire Enea Bastianini nel suo giro buono e il terzo posto nella Sprint Race di sabato forse avevano illuso qualcuno. Ma è bastata la gara vera, quella che presenta il conto a tutti, per capire il reale peso che potrà avere anche in questa stagione il sei volte campione del mondo in MotoGP.
Lo attaccano tutti, tranne ovviamente la sua squadra. Fin dai minuti successivi all’incidente, del quale Marc si è assunto subito le colpe, la Repsol Honda HRCha fatto quadrato attorno al suo campione. Ma Alberto Puig, il team manager che da una vita lavora con lui e gli è stato vicino in tutti i trionfi, lo ha anche difeso pubblicamente.
Il suo unico problema è stato aver montato la gomma dura davanti che nei primi giri era ancora fredda. Così quando in quella staccata ha frenato, la moto poi è ripartita a tutta senza dargli la possibilità di evitare l’impatto anche se certo non era voluto.
“Questo è un errore, ma può succedere in gara anche se ci dispiace che altri piloti siano rimasti coinvolti. Ci scusiamo con Aprilia e Oliveira, perché non era certo intenzione di Marc cadere e rompersi un dito”.
La denuncia di Rivola: “Un brutto spettacolo, purtroppo sono stato buon profeta”
Nessuna parola, su Martin che arrivava appena dietro e non ha potuto evitare l’impatto. In compenso però a parlare ha pensato Massimo Rivola, amministratore delegato di Aprilia Racing. Perché Oliveira, autore di un ottimo weekend fino ad allora, corre per il Team RNF che è squadra satellite del gruppo di Noale.
Quello che è successo in pista non gli è piaciuto e lo ha denunciato pubblicamente a Sky Sport: “Purtroppo sono stato buon profeta. Credo che se questi piloti non iniziano ad essere sanzionati faranno sempre quello che vogliono. Sono un bruttissimo esempio per le categorie minori, anche lì dovrebbero esserci dei piloti puniti. Un brutto spettacolo che spero non si ripeta più”.
In effetti molti, compreso Martin che ha ricordato come non sia la prima volta di un incidente provocato da Marquez, hanno chiesto punizioni pesanti tipo una gara di stop. Per ora non sono arrivati ma Marc adesso è nel mirino.