Il mondo dei motori è sconvolto da un gravissimo lutto, arrivato in modo inaspettato pur essendo ancora giovanissimo. Ecco cosa è accaduto.
Gli appassionati di motori amano seguire le gare e i loro protagonisti perché possono avvertire anche semplicemente dal piccolo schermo l’adrenalina che avvertono i protagonisti ogni volta che hanno la possibilità di salire in sella alla moto (vale lo stesso per le auto, ovviamente). Fare il possibile per migliorare costantemente e non accontentarsi di quanto ottenuto è più che naturale, nonostante questo comporti sempre dei rischi, ma tutti loro sono consapevoli di come questo faccia parte del “mestiere”.
Se ci sono delle vittime non può però che fare male, specialmente perché spesso questi episodi sono frutto di incidenti in pista, a volte avvenuti semplicemente per una pura casualità o per un movimento avventato. L’ultimo lutto lascia però davvero tutti sconcertati.
La scomparsa di una giovane promessa del mondo dei motori non può fare che male, specialmente se molti degli addetti ai lavori intravedevano in lui doti ancora inespresse. Questa volta non si tratta però di una morte avvenuta in pista, ma di un tragico evento che ha contorni ancora inspiegabili, l’ipotesi più probabile è quella di un malore. Ad avere perso la vita è Filippo Momesso, 24 anni, pilota del Campionato italiano motociclismo di velocità, che è stato trovato morto nella sua casa di Trento.
Il ragazzo era originario di Oderzo in provincia di Treviso, successivamente aveva frequentato l’università a Trento, prendendo la laurea in ingegneria informatica, per poi decidere di restare a vivere in città.
Il corpo è stato rinvenuto sabato 16 settembre, l’intervento sul posto del personale del 118 si è rivelato però inutile e ha portato solo a decretare il decesso.
Pur non essendo ancora approdato in MotoGp, tanti addetti ai lavori del mondo dei motori consideravano Momesso ricco di potenzialità. Recentemente aveva avuto modo di gareggiare nel National Trophy1000, partecipazione poi interrotta a causa di problemi sorti con il suo ex team, la Z.Esse Squadra Corse.
Solo due settimane fa, invece, aveva corso nella quinta tappa del trofeo “Aprilia RS660” al Mugello, dove era salito sul podio con un terzo posto in gara-2.
Tra le persone che lo conoscevano bene e che lo ricordano con dolore c’è il preparatore atletico e suo allenatore, Andrea Klein: “Lo conoscevo da quando aveva cinque anni, sono davvero addolorato – ha detto a ‘Il Gazzettino’ -. Aveva avuto sempre prestazioni eccellenti, oltre ad avere portato avanti gli studi con grande impegno. Era un atleta modello, la famiglia lo seguiva costantemente, il papà era sempre presente nei circuiti. Era il figlio ideale, quel ragazzo che tutti vorrebbero avere, era impossibile non volergli bene”.