Le accuse che nessuno si aspettava, dopo tanti anni: ecco in che modo un ex pilota ha fatto davvero a pezzi Casey Stoner.
Due Mondiali vinti in MotoGP, uno in Ducati ed uno in Honda, nonostante una carriera brevissima. Chissà dove sarebbe arrivato se avesse continuato, l’ottimo ex pilota, Casey Stoner. Da anni ormai l’australiano si limita a fare da opinionista e non accade di rado che proprio lui critichi qualche suo giovane collega o alcuni aspetti che lo avrebbero allontanati dal mondo dei motori. Stavolta però, è lui che viene fatto a pezzi.
Il classe ’85 australiano molto spesso ritira in ballo anche alcuni momenti della sua carriera e per questo, i nomi di avversari che oggi si sono ritirati proprio come lui. Qui però, in un intervento in un podcast di pochi giorni fa e riportato anche da diversi siti esteri, è Carlos Checa, un altro ex pilota, a ribadire un concetto proprio a proposito di Stoner. Le parole dello spagnolo, primo iberico a vincere un Campionato del Mondo Superbike e la 8 Ore di Suzuka, hanno sorpreso tantissimi appassionati delle due ruote.
Ex MotoGP distrugge Stoner, volano parole pesantissime
Forse però i due hanno un punto in comune e cioè che anche secondo Checa, oggi la MotoGP sarebbe diventata molto meno spettacolare di un tempo con piloti sempre più professionisti al 100% e perciò intenzionati anche a guidare come da comandi delle scuderie. Secondo l’iberico, anche la MotoGP come la F1 starebbe iniziando ad andare troppo verso l’importanza della tecnologia, lasciando così sempre meno spazio alla bravura dei piloti.
Un ricordo dello stesso ex pilota che oggi ha 51 anni, adesso spiazza i fan, ma allo stesso tempo ormai non sorprende più nessuno. Infatti, Checa ammette che una volta a Phillip Island chiese di non essere aiutato da tutta quella tecnologia, con un risultato però troppo pericoloso: “Ricordo che una volta in Australia ho detto loro di toglierla, e nelle ultime due curve di Phillip Island la moto ha tremato e quasi mi ha ucciso”, ha ammesso l’ex atleta.
Poi arriva la stoccata a Stoner, quella che oggi dopo diversi anni dai Mondiali vinti dall’australiano, nessuno si aspettava più. Attenzione a cosa ammette lo spagnolo nato a Sant Fruitós de Bages: “La Ducati mi calzava a pennello, ma con le Dunlop… È sempre stato molto difficile per me con le Michelin, è una gomma che non ti avvisa. Con le Birdgestone abbiamo fatto davvero un buon sviluppo che abbiamo perfezionato, e poi quando Stoner è arrivato e ha vinto il Mondiale è stato per via delle gomme, non aveva nulla a che fare con la moto. L’anno precedente con LCR lo chiamavano il ‘Rolling Stoner'”.