Pensavamo fosse impossibile, invece lo fanno davvero. Queste motociclette per comodità, per scelta del proprietario o per aumentare le proprie prestazioni su strada o in pista, montano dei motori davvero troppo grandi per loro. Ecco le più folli che abbiamo trovato sul mercato.
Sappiamo che l’essere umano ama battere i record ma qui si esagera! La velocità di una moto non è tutto, contano anche stabilità, consumo di carburante, estetica. Nessuno lo ha detto però a questi progettisti che trovando troppo limitanti i propulsori delle loro motociclette, hanno deciso di ricorrere a sistemi poco ortodossi per renderle molto più pesanti, cattive e veloci.
Lo voglio più grande!
Motociclisti di tutto il mondo, centauri amanti della velocità, accorrete: la carrellata di motociclette di cui parleremo oggi è qualcosa di mai visto prima. Avete presente il motore della Porsche del vostro odioso vicino di casa? Bene, non è niente in confronto a quello che alcuni centauri hanno sperimentato, spingendosi oltre tutti i limiti consentiti dalla meccanica. Oggi, parleremo delle moto con motori da auto più potenti e folli che si siano mai viste in pista o su strada.
Un ottimo punto di partenza è la primissima moto di questo tipo di cui si abbia notizia, la Curtiss V-8 del lontano 1906. Prodotta dal pioniere della velocità su due ruote Glenn Curtiss la moto proponeva un folle motore da otto cilindri a V per 40 cavalli su un telaio di appena 125 chilogrammi di peso. Su questa moto, Glenn battè un record di ben 219 chilometri orari per poi venderla a ben 1.200 Dollari dell’epoca forte dell’impresa conquistata. Si narra che proprio da questo motore venne sviluppato quello per alcuni dei primi aerei mai prodotti negli Stati Uniti.
Frankenstein su ruote
Gli americani in tutta sincerità hanno un vero fetish per le moto con motori troppo grandi per il loro telaio: un esempio eclatante è la folle Dodge Tomahawk del 2003 che, si vociferava all’epoca, potesse sfiorare i 600 chilometri orari grazie al motore V10 della Dodge Viper: ora, i test ufficiali condotti da piloti esperti hanno smentito questa folle idea ma resta il fatto che hanno letteralmente appiccicato il motore di una supercar
La casa che ha fatto di questo concetto un’arte è nata sempre sotto la bandiera a stelle e a strisce, ovviamente. La nota ditta Boss Hoss, un nome un programma, ha costruito la moto con il propulsore di serie più ingombrante della storia: si tratta di un V8 da 6.000 cc che riesce ad erogare 500 cavalli e che difficilmente sarebbe legale in molti paesi europei. La velocità massima è limitata a 250 chilometri orari per fortuna, altrimenti la grossa moto sarebbe semplicemente ingudabile.
Esagerare non serve
Passando a qualcosa di più bilanciato possiamo spostarci in Europa, precisamente in Olanda dove sono nate rispettivamente le uniche moto Lancia ed Alfa Romeo di cui si abbia notizia: queste due creazioni indipendenti e totalmente costruite in casa da appassionati montano rispettivamente il motore della Lancia Fulvia e il tipico propulsore della 33 Quadrifoglio, motori potenti certo ma che non sono impossibili da controllare per un pilota esperto.
Tra tante moto pazze e assolutamente improponibili per un pilota “normale” troviamo però anche una trovata intelligente, di nome e di fatto: è la Eva Track T-800 costruita da un marchio indipendente che ha avuto l’idea di usare un motore più piccolo, il tre cilindri della Smart, per produrre in serie una due ruote tutto sommato gradevole come estetica ed interessante da guidare. Peccato non abbia avuto molta pubblicità, qui da noi.
Queste erano solo alcune delle motociclette che montano motori generalmente destinati ad automobili anche molto potenti. Chissà quante altre ne esistono nei garage di appassionati, meccanici che si sono persi qualche rotella ed ingegneri che hanno progettato delle vere follie ambulanti. Una cosa è certa: per mettere a punto qualcosa del genere, bisogna essere completamente fuori di testa, non siete forse d’accordo?