Tante le classifiche per decretare le Moto migliori. Ce ne sono state alcune davvero potenti prodotte dai marchi più conosciuti
La motocicletta come la conosciamo oggi vide la luce nel 1885, quando Gottlieb Daimler provò insieme a un altro inventore tedesco, Wilhelm Maybach, a montare su una bici di legno un motore a scoppio inventato pochi anni prima da Nikolaus August Otto. Da allora però di passi ne sono stati fatti, sia in termini di comfort che di design, tecnica e potenza.
Tanti i modelli che hanno fatto la storia, ma tra quelli più potenti è difficile fare una scelta dei migliori. In particolare di quelli sovralimentati, ossia quelli al cui motore viene garantita maggiore potenza e coppia. Nei decenni scorsi (ma anche tuttora) sono stati fatti parecchi esperimenti e solo alcuni alla fine hanno ottenuto l’ok per passare alla produzione di serie. Ma quei pochi che sono stati venduti comunque sono diventati un vero e proprio prodotto di nicchia, per via dei costi elevati e di una potenza che non era gestibile da parte di tutti ma solo da guidatori esperti.
Tra questi va menzionata la Yamaha XJ 650 Turbo, con una tecnologia che andava molto negli Anni Ottanta. Questo modello giapponese aveva un motore da 91 CV derivato dalla normale XJ650 Seca. Per colpa dei carburatori e dell’elettronica assente difettava nell’erogazione della potenza, che era davvero difficile da gestire. Per non parlare poi dei consumi e dei costi di manutenzione, che la resero sì una delle più potenti mai viste su strada ma anche una delle più problematiche, tanto che dopo due anni scomparì dalla scena.
Moto, questi modelli avevano una potenza assurda
Altra moto che ha lasciato il segno è la Honda CX 500/650 Turbo, che sfidò apertamente i rivali con questo modello con un bicilindrico trasversale della CX 500 decisamente sovralimentato. Questa però aveva un motore molto più affidabile grazie all’adozione dell’iniezione elettronica, che però dava sempre gli stessi problemi della rivale. E alla fine i tecnici furono costretti ad aumentare la cilindrata a 650 e abbassando la pressione del turbo. Ma anche questa durò nei listini solo due anni.
Altra turbo storica la Kawasaki GPZ750 Turbo, che a differenza delle precedenti era una vera moto sportiva con 112 CV che la mettevano allo stesso livello prestazionale della GPZ1100. Una moto da molti definita mitica e l’esempio più riuscito di turbo anni ’80, anche se alla fine, visti i costi, solo in pochi se la poterono permettere all’epoca.
Un flop fu invece nel 2003 l’esperimento del Peugeot Jetforce Compressor, che aveva un compressore capace di mantenere invariati cilindrata (125cc) e potenza di 15 CV, ma regalava prestazioni di una 250. Peccato che solo in pochi la compresero.
Infine la Kawasaki serie H2 che unisce un motore 4 cilindri in linea a un compressore che, grazie a un’elettronica raffinata, permette di arrivare a 300 CV (con potenza limitata a 200 per le stradali). Rimane la massima espressione di sovralimentazione mai realizzata per una motocicletta e non è un caso se sia ancora una volta una “verdona”.