Chi ha avuto questa idea è un genio. O un pazzo, a seconda dei punti di vista. Con una motocicletta non si era mai permesso nessuno di pensare ad una soluzione simile, visto come è finita con le automobili: eppure, funziona ancora bene e i collezionisti si accapigliano per averla…
Per la rubrica “la prima volta del motociclismo” vi presentiamo una due ruote quasi sconosciuta, dall’aspetto molto ordinario ma che in realtà nasconde un segreto che solo gli appassionati di questo tipo di soluzione tecnica potrebbero – forse – riconoscerla al primo sguardo. Signore e signori, non indugiamo oltre: vi presentiamo Norton, il rivoluzionario marchio che ha cambiato le carte in tavola.
Soluzioni per vincere
Il progresso tecnologico, è risaputo, procede tramite il metodo del “trial and error” come dicono gli inglesi che si potrebbe semplificare in “se non provi, non sbagli” e se non sbagli ovviamente non riesci a scoprire una nuova soluzione che potrebbe consentire alla tua due ruote nuova di zecca di affermarsi sul mercato. Lo sa bene il marchio quasi sconosciuto di cui parliamo oggi che ha prodotto la primissima moto di questo genere mai vista al mondo.
Quando si parla di motori per motociclette, non c’è poi molto da inventarsi: a meno che non stiamo parlando di follie inimmaginabili come la Dodge Tomahawk che monta addirittura il motore della Dodge Viper dalla potenza spaventosa e impossibile da sfruttare su un mezzo del genere, abbiamo poche possibilità di scelta, dal mono cilindro fino ad un boxer con quattro, già più complesso e bisognoso di accurati studi. E poi, esiste questa opzione.
Odiato dai guidatori
Inventato nel lontano 1957 da Felix Wankel, l’omonimo propulsore non ha mai conosciuto la diffusione a cui sembrava inizialmente destinato anche per i vari problemi che le tedesche NSU e soprattutto la berlina RO80, primissime auto di serie a montarlo sotto il cofano, incontrarono lasciando un pessimo ricordo nei clienti che le acquistarono. Eppure, era un prodotto molto interessante ed avanzato per l’epoca.
Costituito da un unico pistone che ruotava sull’asse indipendente, il Motore Wankel offriva diversi vantaggi al guidatore tra cui una maggiore potenza a parità di cilindrata e un peso minore al fronte però di una grande delicatezza meccanica, un consumo di benzina superiore nonché una grande difficoltà nel mantenere lubrificati i vari componenti. Non a caso, pochissime auto moderne come la Mazda RX8 montano qualcosa di simile, ad oggi.
Mettilo in moto
Montare un propulsore di tipo Wankel su una motocicletta è possibile? Certo che si, la casa britannica Norton ad esempio propose questa soluzione molto intelligente su un modello in particolare, la Norton Commander del 1988 rimasta in produzione per gran parte degli anni novanta. Come andarono le cose in questo caso? Diciamo che come abbiamo detto prima, la motocicletta aveva molti pregi…ma qualche difetto significativo.
Da un lato infatti, la Commander era una vera scheggia al punto che anche alcuni agenti di polizia ne ricevettero esemplari destinati alla pattuglia stradale grazie alla velocità assurda della due ruote che superava i 200 chilometri orari, tanti per l’epoca. Dall’altro, i problemi di affidabilità non abbandonavano il motore nemmeno in questo caso al punto che Norton consigliava di sostituire la cinghia di trasmissione ogni 160,934 chilometri percorsi dalla moto.
Barattare una scarsa affidabilità per prestazioni eccezionali non sembra una grande idea ma all’epoca, la moto conobbe una certa diffusione anche negli Stati Uniti dove oggi, quei pochi collezionisti che ricordano la moto la cercano con grande foga. Un esemplare come quello sopra, quanto vale esattamente? A seconda di allestimento, anno e cilindrata, queste motociclette possono costare anche 20.000 Euro che non sono certo pochi per una moto.