Negli anni ’70 un noto marchio inglese ha tentato di unire la tecnologia della F1 con quella delle moto. Ecco la storia.
Ci sono moto che hanno fatto la storia del Mondiale, portando innovazioni che poi sono state riprese da tutti gli altri marchi. In questi ultimi anni la MotoGP ha come capofila la Ducati, che ha soppiantato case come Yamaha e Honda che fino a qualche anno fa rimanevano esempi da seguire in ogni tipo di sviluppo.
Ci sono state però moto che hanno provato anche a cambiare la storia, cercando una partnership con il mondo della F1. Oggi c’è la KTM che sta provando a sviluppare con la Red Bull la propria aerodinamica, ma una volta c’è stato chi ha provato a spingersi oltre ed è la Norton.
Il marchio inglese tentò di fare l’impresa unendo le proprie competenze riguardanti il mondo delle due ruote con quelle di un’altra azienda che invece lavorava nella F1. E così nacque la Norton-Cosworth Challenge P86.
L’industria motociclistica britannica iniziò ad avere una fase di declino negli anni ’70, dopo aver dominato sia i circuiti che il mercato delle moto stradali. Norton, pur beneficiando della ricca sponsorizzazione della John Player e delle sofisticate ed evolute ciclistiche sviluppate dal suo pilota-ingegnere Peter Williams, non riusciva a stare al passo coi tempi. Ecco così arrivare un colpo di genio.
Nel 1973, si affidò all’azienda che in quel periodo dettava legge nella tecnologia motoristica, in particolare in F1, la Cosworth, alla quale ha delegato il compito costruire un motore moderno che potesse servire come base per una nuova generazione di propulsori che sostituisse il suo celebre Commando, adattandoli anche alle corse.
La decisione degli ingegneri della Cosworth fu quella di staccare due cilindri da un banco del motore Cosworth DFV Formula 1 V8, apportare una serie di modifiche e fissarli a un nuovo basamento. Naturalmente c’era molto di più, ma il grosso di questo progetto stava proprio in questo, che era una vera innovazione nel Motomondiale. Ne venne fuori un motore che erogava solo 95 CV.
Fu rivisto anche il progetto della moto, con un telaio diverso dagli altri. Inoltre la sospensione anteriore fu letteralmente imbullonata a un telaio ausiliario tubolare in acciaio che si fissa alla parte superiore del bicilindrico e il forcellone ella scatola del cambio. Una cosa questa comune oggi nelle moto di fascia alta, ma negli anni ’70 era un concetto rivoluzionario.
Diversi però furono i problemi tecnici, che si palesarono fin dai primi test, in cui emerse che la Norton Challenge P86, tanto che andò più piano del vecchio Norton Commando o del JPS. Partecipò nel 1975 e nel 1976 al Brands Hatch International, al Transatlantic Trophy, e al TT del Isola di Man, ma senza risultati.
Alla fine si decise per abbandonare il progetto. Peccato che poi Cosworth 10 anni dopo decise di rielaborare quanto sviluppato prima, aumentando il motore da 750 cc a 823 cc e apportando una serie di altri aggiornamenti che lo resero finalmente competitivo, tanto da vincere diverse gare.