Il cambio del sound della propria due ruote può diventare una seccatura se non eseguito in maniera corretta (e legale).
Quando si acquista una moto, in particolare una sportiva, l’idea di sentirne il suono al massimo delle sue potenzialità stuzzica un po’ tutti. D’altronde è quell’elemento che garantisce maggior coinvolgimento mentre si affrontano le pieghe di una strada di montagna o ancor meglio di una pista. Vi sono diverse case produttrici di impianti di scarico sia in Italia che in altri paesi europei che nascono proprio per realizzare queste componenti. Quando si parla di uno scarico si tende a focalizzarsi solo sul suono che è in grado di produrre ma in realtà vi sono anche altre componenti che hanno un ruolo significativo.
Innanzitutto i materiali utilizzati per il suo processo produttivo sono fondamentali, solitamente se ne utilizzano due, l’acciaio ed il titanio. Il primo è il meno costoso ma svolge comunque un lavoro egregio nello smaltimento del calore e soprattutto non va incontro all’ossidazione con il passare degli anni. Proprio per questo motivo vi sono impianti che durano decenni senza subire i segni del tempo, come potrebbe invece succedere con un impianto di primo equipaggiamento che è più incline ad episodi di questo tipo.
L’impianto di scarico può essere sostituito con uno aftermarket purché rispetti le omologazioni del codice della strada italiano, ed anche quelle costruttive europee, in termini di rumorosità ad un determinato numero di giri. Le aziende produttrici spendono molti soldi in ricerca e sviluppo al fine di creare un prodotto perfetto per il cliente finale che così non dovrà incorrere in problematiche una volta che si trova su strada. Il problema sorge se si viaggia con una marmitta bucata e per questo rumorosa.
Se si viaggia con uno scarico che produce rumori molesti durante la marcia può andare incontro ad una sanzione da un minimo di 42€ ad un massimo di 173€. Una multa di modesta entità. La situazione peggiora se si manomette la marmitta originale o il telaio dell’auto, poiché si alterano le caratteristiche costruttive del veicolo. Qui la multa va da un minimo di 430 euro ad un massimo di 1.731 euro con il ritiro della carta di circolazione.
Di conseguenza se si vuole modificare il suono della propria moto è bene farlo in maniera legale spendendo di più ma senza rischiare di farsela ritirare.