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MotoGP

Kevin Schwantz, ha fatto sognare tutti con la Suzuki 34: cosa fa oggi il texano

Il MotoMondiale ha potuto ammirare tanti grandi campioni e uno di questi è stato senza dubbio Kevin Schwantz che ora ha cambiato vita.

Una delle notizie in assoluto più dolorose del mondo della MotoGP recente è sicuramente aver perso per strada una grande Scuderia come la Suzuki. La casa giapponese è stata una di quelle che ha ottenuto i maggiori traguardi, anche grazie a piloti come Kevin Schwantz.

Kevin Schwantz (Ansa – NextMoto)

Sicuramente nel corso della propria storia, la Suzuki non è stata la Scuderia che ha avuto le maggiori disponibilità economiche. Questo però non le ha di certo impedito di poter lottare con i migliori e in questo modo ha potuto anche vincere varie gare e Mondiali.

La prima volta che il texano Schwantz andò a un passo dal titolo Mondiale fu nel 1990 quando diede vita a una grande lotta con il connazionale Wayne Rainey. La Yamaha del californiano era però di un altro livello e chiuse al primo posto, con la Suzuki di Schwantz che ebbe comunque modo di vincere ben cinque gare e chiudere nella piazza d’onore.

Disputò un ottimo Mondiale anche l’anno seguente, sempre continuo e in grado di mettere pressione a Rainey, che però si confermò campione. Il distacco fu minore e il Mondiale molto più combattuto, ma Schwantz chiuse terzo alle spalle anche della Honda dell’australiano Doohan.

L’anno d’oro arrivò però nel 1993, quando finalmente la Classe 500 del MotoMondiale, il corrispettivo dell’odierna MotoGP, divenne il terreno di caccia perfetto per Schwantz. Non mancò di certo un po’ di buona sorte, dato che il duello testa a testa con Rainey si concluse a Misano con il grave infortunio del campione di Los Angeles che saltò le ultime gare e diede modo alla Suzuki di vincere il Mondiale.

Cambio vita per Schwantz: il passaggio alle auto

Non durò moltissimo la carriera di Kevin Schwantz nel MotoMondiale e anche lui subì quella che Enzo Ferrari chiamava “La sindrome da campione del mondo”. In quel caso si intendeva un pilota di grande successo che dopo aver trionfato perdesse ogni stimolo.

Kevin Schwantz (Ansa – NextMoto)

Nel 1994 infatti fu deludente la stagione e nel 1995 subì al Mugello un grave infortunio che lo estromise per sempre dalle corse. Non per questo abbandonò i vari circuiti in tutto il mondo, infatti corse per ben sette stagioni in Nascar, vincendo anche due gare.

Il suo mondo però è sempre stato quello delle moto e più in particolare ancora quello della Suzuki. Una volta terminata la carriera in pista con le Nascar decise infatti di tornare nella casa giapponese che lo aveva reso grande per poter diventare un suo ambasciatore nel mondo.

Schwantz infatti tornò in Suzuki nel ruolo di dirigente e nel 2011 fu commovente la sua corsa per un giro omaggio nei confronti di Marco Simoncelli, morto in gara in Malesia. Schwantz nel 2013 provò anche a ritornare in pista, ovviamente su una Suzuki.

Guidò la Suzuki GSX-R 1000 in occasione della 8 ore di Suzuka e prese parte alla gara con il team Kagayama assiema a Yukio Kagayama e a Noriyuki Haga. I tre ebbero così modo di salire a podio, con l’ultimo grande terzo posto di un campione come Kevin Schwantz.