Continuano i problemi in Europa, con questo gigante che deve fare i conti con una decisione drammatica e parte l’istanza di fallimento.
Il mondo delle automobili sta vivendo un periodo che non è di certo tra i più rosei, con la maggior parte delle aziende che deve così far fronte a una crisi davvero molto dura. Non sono dunque solo le grandi case produttrici, ma a essere in grossa crisi sono anche tutte quelle società che lavorano alla produzione di accessori.
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Lo si sta vedendo ormai da tempo anche con diversi casi di straordinario livello, come lo si evince per esempio con Recoma o Gerhardi, senza dimenticare Voit. Dei simboli in Germania molto apprezzati in tutto il mondo, con questi che però devono fare i conti con le vendite che sono in netto calo.
Non è solo però la grande Germania che non sta riuscendo a trovare delle soluzioni per il prossimo futuro, ma sono anche diversi colossi che lavorano nel settore dell’elettrico. Da questo punto di vista la Scandinavia è la zona in Europa maggiormente sviluppata, ma per ora non basta ciò per salvare un grande marchio.
Dramma per Northvolt: che cosa è successo?
Nemmeno in Svezia dunque c’è modo di poter guardare in modo del tutto sereno al settore dell’elettrico, con Northvolt che è una delle principali aziende al mondo per la produzione di batterie per auto elettriche. La situazione però è a dir poco disastrosa, tanto è vero che il Financial Times riporta un buco finanziario a dir poco spaventoso di ben 5,8 miliardi di Euro.
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Numeri che evidenziano come la situazione sia tutt’altro che rosea, con le spese che in questi anni sono state davvero molto elevate. A rendere complicata la gestione dell’azienda, vi è anche il discorso legato all’eccessiva dipendenza dai macchinari cinesi, con la società che aveva cercato di risollevare la situazione con un aumento di capitale tra 1 e 1,2 miliardi di Euro.
Questo avrebbe permesso così di poter accedere al Chapter 11, cioè il concordato preventivo che si può richiedere negli USA. Purtroppo però il crollo di Northvolt coinvolge tutta l’UE. Johanna Bernsel, portavoce di Northvolt, ha evidenziato come il progetto sia stato supportato da svariati prestiti della BCE. Il Fondo Europeo ha garantito ben 297 milioni di Euro per gli investimenti strategici, ma con la situazione di Northvolt, rischia di complicarsi ancora di più l’espansione elettrica nel Vecchio Continente.