Mossa disperata del mercato per frenare l’invasione di auto e moto cinesi. Non ci sono altre chance.
Che la Cina stia vivendo un periodo di grande sviluppo non è un segreto per nessuno. Da quando è scoppiata la pandemia e tutti siamo stati costretti a chiuderci in casa, il Paese del Dragone ha proseguito, in silenzio, malgrado un confinamento ancora più severo di quello occidentale, ampliando il proprio potere commerciale e il flusso di merci verso l’estero a partire dalla componentistica per auto e moto.
L’esito di tale situazione è stato che una volta arrivato il via libera, l’Europa in particolare si è trovata nei guai, priva di materie prime e legata alle tempistiche di invio del materiale dall’Asia, non è più riuscita a tenere il ritmo. Se poi si pensa ai veicoli elettrici il problema è ancora più grave. Dunque, come extrema ratio due colossi dell’industria hanno deciso unire le proprie forze.
Honda e Nissan si fondono, l’ultimo tentativo per salvarsi dalla concorrenza cinese
E’ interessante notare come non solo stiano soffrendo Vecchio e Nuovo Continente, ma pure in oriente non se la stanno passando bene a causa del potere cinese. Di questo ne sanno qualcosa due big come Nissan e Honda le quali, per cercare di arginare la rincorsa di Pechino, hanno voluto fondersi. Il 23 dicembre è arrivata la firma su un memorandum d’intesa.
Il documento ha sancito l’avvio di discussioni e riflessioni a proposito dell’integrazione delle attività delle due compagnie al fine di creare una holding congiunta. L’accordo appena stretto non è una novità, ma segue quello raggiunto lo scorso 15 marzo quando le due parti avevano stabilito una partnership strategica per il processo di elettrificazione dei mezzi.
Alla luce di una crisi globale sempre più evidente, le due aziende hanno deciso di velocizzare i tempi condividendo quanto più possibile le competenze specifiche relativi alla ricerca e allo sviluppo degli EV. Qualora si dovesse giungere all’effettiva fusione, questa diventerà operativa soltanto dopo la parola definitiva degli azionisti e la quotazione in Borsa prevista per l’agosto 2026.
E’ altrettanto rilevante sottolineare che entrambi i costruttori continueranno a vivere in autonomia. Il piano che si completerà in tutte le sue sfaccettature nel 2030 dovrebbe essere utile a garantire la sopravvivenza di entrambe le compagnie. Dal 2020 al 2024 le vetture non made in China vendute in Giappone sono calate dal 64 al 37%.