Le infrastrutture scadenti sono la causa di un terzo degli incidenti su due ruote in Italia. Un’accusa forte, che arriva direttamente dal Centro Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori che ha poi stimato come la messa in sicurezza di una strada pericolosa riduce i costi sociali fino a cento volte. Una questione sempre d’attualità, perchè le condizioni delle strade italiane sono spesso scadenti e spesso anche il posizionamento dei guard rail risulta letale. Un problema grave da risolvere in tempi brevi.
Troppi morti in Italia, troppo carenti le infrastrutture: una realtà inacettabile per un paese come l’Italia, che ogni fanno i conti di una strage su due ruote che non stenta a diminuire. Per risolvere la questione l’Ancma in collaborazione con l’Associazione dei Costruttori Europei di Motocicli, ha realizzato le “Linee guida per progettare strade più sicure per le due ruote a motore in Europa” che si propone di indicare un nuovo approccio alla progettazione di infrastrutture stradali, pianificazione e gestione del traffico e agli interventi di manutenzione.
Il presidenti Cappelli ha individuato la messa in sicurezza dei guard rail come primo passo per limitare gli incidenti mortali. La ricetta del presidente è quella di coprire i paletti di sostegno delle barriere con bande di materiale plastico o metallico, che prevengano l’impatto del motociclista contro strutture rigide. Un lavoro che andrebbe fatto attraverso un gioco di squadra tra enti, istituzioni e pubblica amministrazione, un primo passo verso una messa in sicurezza che diventa fondamentale per evitare il continuo e triste ripetersi di incidenti mortali. Sul banco degli imputati le strade, dunque, che insieme alla velocità ed alla disattenzione rappresentano i veri colpevoli deli tanti incidenti stradali.
Modernizzare le strade è anche un modo per provare a contrastare il calo di vendite delle due ruote, che nel 2010 ha visto l’immatricolazione di 307.045 veicoli 2 ruote a motore, con una perdita del 24,2% sui volumi dell’anno precedente (scooter con unità 213.456 -27,7%; moto con 93.589 unità -14,5%). Un dato frutto anche di un mancato sostegno governativo, oltre 131 milioni di euro di incentivi nel 2009), poiché soltanto 33.000 veicoli che hanno usufruito di incentivi, che corrispondono a poco più del 10% del totale delle immatricolazioni mentre nel 2009 ben il 65% dei veicoli aveva ottenuto un incentivo.