Incredibile dinamica dell’incidente in moto che si è verificato in Italia e che vedrà l’intervento del Comune, chiamato a risarcire la vittima: ecco cos’è successo.
Per dieci anni il motociclista non ha demorso e ha battagliato, nonostante la ferocia dei cavilli burocratici, fino a farsi le sue ragioni circa la dinamica di un incidente del decennio precedente, generato da una buca non segnalata e una serie di danni e lesioni. È l’episodio che ha fatto notizia partendo dal Comune di Coriano, in provincia di Rimini, dove la Corte di Cassazione si è pronunciata nella dinamica del sinistro contro l’amministrazione, obbligata così al risarcimento di 400mila euro a un privato cittadino.
L’episodio è accaduto nel 2013, quando un motociclista cadde dalla sua vettura a due ruote, procurandosi una serie di lesioni fisiche e diversi danni alla sua moto, a causa di una buca non segnalata, che gli aveva fatto perdere il controllo del manubrio. Cinque anni dopo l’accaduto, nel 2018, arrivò una prima risposta, data l’istanza presentata dalla vittima contro l’amministrazione comunale.
Non è facile ottenere dei risarcimenti quando di mezzo c’è la pubblica amministrazione, ma la risposta formale da parte del Tribunale di Rimini sorprese: la domanda di risarcimento danni fu accolta. Tuttavia, trattandosi anche di una somma ingente da quasi mezzo milione di euro, il Comune di Coriano decise di andare in appello al Giudizio di Primo Grado contro il Tribunale di Rimini, sostenendo di non aver avuto conoscenza dell’atto di citazione iniziale, ovvero si appellò alla presenza di un evidente vizio formale. A quel punto l’intervento della Corte di Appello di Bologna fu l’inizio della svolta.
Il Comune risarcisce il motociclista di 400.000 euro: l’incredibile episodio
Nel gennaio del 2020 la Corte di Appello di Bologna dichiarònulla la notifica della citazione introduttiva e cercò di riportare il caso nuovamente a Giudizio di Primo Grado. La tenacia dell’automobilista e del suo team legale ha avuto la meglio, perché si opposero sostenendo che non sussistessero le condizioni per consentire al Comune di affermare che un atto protocollato sia un atto sconosciuto a quella stessa amministrazione.
Così la Suprema Corte ha definitivamente ribaltato la sentenza della Corte d’Appello, chiudendo la vicenda e assegnando l’esoso risarcimento al motociclista. Un caso emblematico, che risveglia una polemica mai assopita del tutto: bisognerebbe avere maggiore cura delle strade, poiché le loro condizioni spesso sono causa di incidenti più o meno gravi. Questo caso potrebbe dare inizio a un’inversione di tendenza notevole.