La sicurezza nel Motociclismo è diventata di primario importanza, ma c’è una gara che ancora oggi è molto pericolosa
Ai tempi dei pionieri di F1 e del MotoMondiale la sicurezza era era quasi snobbata dagli organizzatori. Accadeva dunque che praticamente ogni anno vi erano incidenti pericolosissimi nelle più importanti competizioni a livello internazionale.
La situazione iniziò a cambiare tra la fine degli anni ’60 e i primi anni ’70, soprattutto grazie all’intervento in F1 di Jackie Stewart e nel MotoMondiale di Giacomo Agostini. Figure determinanti che si batterono per i diritti dei piloti e per la loro sicurezza.
Qualcuno li definì addirittura “piloti latte e miele“, quasi a volerli snobbare rispetto ai loro predecessori. Per fortuna grazie a loro la situazione è cambiata e oggi sono decisamente di meno gli eventi con ripercussioni gravi sull’incolumità di chi vi partecipa.
Le moto però hanno una componente molto più ad alto rischio rispetto alle automobili e soprattutto esiste una gara che non ha intenzione di diventare sicura. Pensate che il circuito folle che stiamo per presentarvi in passato era una tappa fissa del MotoMondiale. Ci riferiamo ovviamente al Tourist Trophy dell’Isola di Man.
Cos’è il Tourist Trophy? La corsa più pazza del mondo
Se siete degli appassionati di motociclismo probabilmente avete un sogno nel cassetto: andare una volta all’Isola di Man per poter assistere al Tourist Trophy. Una serie di gare di velocità ai limiti della follia umana, dove i piloti devono percorrere i 60,761 km del Circuito del Mountain per dimostrare chi è il migliore di tutti.
Già un circuito di 60 km da dover ripetere vi lascia senza parole, ma c’è un dettaglio che forse non sapete. Il tracciato percorre tutta la parte centro settentrionale dell’isola, partendo da Douglas, arrivando a Ramsey e poi tornando ancora nella cittadina iniziale. Per poter dare vita a questo circuito si è dunque semplicemente fatto affidamento alle strade “normali” che ci sono sull’isola.
I piloti quindi devono andare a velocità supersoniche in mezzo a case, bar, distributori di benzina, pali della luce e molto molto altro. E se dovesse uscire di “pista” proprio mentre sono vicini a una casa? Il proprietario dell’abitazione correrà il rischio di ritrovarsi un motociclista come possibile ospite.
Per questo è una delle corse nella quale è impossibile garantire la sicurezza e l’incolumità dei piloti anche nel 2023. La sua prima edizione venne corsa nel 1907 e da allora i morti sono stati tristemente 264, un numero elevatissimo. Nell’ultimo TT, del 2022 sono stati addirittura quattro i piloti a morire: Mark Purslow, Davy Morgan, Cesar Chanal e il suo compagno di sidecar Olivier Lavorel.
Nonostante sono tantissimi coloro che vogliono prendere parte a questa folle corsa che nel 2023 si terrà da lunedì 29 maggio fino a sabato 10 giugno per 10 gare che sono pronte a entrare nella leggenda.