Gli organizzatori del Sardegna Rally Race sono finiti davanti al Tribunale di Olbia con l’accusa di aver fatto partire l’edizione 2009 della corsa senza aver ottenuto i permessi necessari dalla provincia di Olbia Tempio e dagli altri enti competenti. Secondo l’accusa, sostenuta dal pubblico ministero Gianmarco Vargiu e basata sulle indagini della polizia stradale di Olbia coordinata dal comandante Andrea Chiminelli, la manifestazione sarebbe partita senza le autorizzazioni necessarie, violando in particolare l’articolo 9bis del Codice della Strada.
La difesa di Gian Renzo Bazzu, Antonello Chiara e Valter Pinna (rispettivamente patron, organizzatore e responsabile tecnico dell’evento) replica che la prova in questione era una gara di regolarità e non di velocità, fatto che, qualora fosse accertato, farebbe cadere tutte le accuse.
In attesa di saperne di più molti appassionati hanno un duplice timore per il futuro della manifestazione, ovvero si teme che il rally non si corra più o che la prova non venga presa in considerazione per il Campionato Mondiale Cross Country Rally, rendendo in pratica impossibile vedere all’opera campioni del calibro di Cyril Despres e Marc Coma, vincitore tra l’altro dell’ultima edizione della corsa sarda.
La Polstrada del capoluogo sardo sta inoltre indagando su altre competizioni motoristiche tenutesi nell’isola nel corso degli ultimi tre anni e sulle società organizzatrici: i reati ipotizzati sono in questo caso il danneggiamento e la deturpazione di bellezze naturali provocati dall’attraversamento di territori tutelati dall’Ente Forestale.
La cosa, se provata, finirebbe sicuramente per danneggiare l’appena iniziato rapporto tra la FMI e il WWF per cui molti si aspettano ora un intervento cautelare da parte della federazione stessa, nella speranza di non complicare ulteriormente il già precario equilibrio su cui poggia attualmente l’attività italiana off road.