Questo colosso tedesco è diventato italiano, guai evitati. E’ una grande notizia per il paese e per tutto l’automotive.
L’automobilismo europeo sta incontrando un periodo di grandi difficoltà. La transizione elettrica si sta rivelando più complicata del previsto per le aziende: gli alti costi di produzione che costringono a prezzi di listino più elevati frenando le vendite e le tante rivali (soprattutto quelle che arrivano dalla Cina) stanno mettendo in grossa difficoltà le case automobilistiche del continente.
Su questo fronte le aziende hanno registrato diverse perdite, e per questo sono costrette ad un’attenta ottimizzazione delle risorse per riuscire a mantenere l’equilibrio. L’incertezza normativa, soprattutto sul fronte dello stop ai motori a diesel e benzina previsto per il 2035 ma ancora discusso, certamente non aiuta. Senza considerare i tanti eventi catastrofici avvenuti negli ultimi anni (dalla pandemia alle guerre) che hanno avuto conseguenze disastrose dal punto di vista economico.
Navigare queste acque non è certamente semplice per le aziende, e c’è chi si è trovato a dover affrontare un periodo di grande difficoltà e alzare bandiera bianca. E’ il caso di un colosso dei motori, che adesso però ha trovato un’ancora di salvezza nell’azienda italiana.
Proma Group punta su Recaro
Le difficoltà non riguardano solo le case automobilistiche, ma anche tutte le aziende che operano nel settore dell’automotive e che forniscono componenti o servizi ai grandi marchi. Una situazione davvero allarmante, che si estende persino (e soprattutto) ai pesi che sino a questo momento hanno trainato l’automotive europeo. Tra queste anche per esempio Recaro. Il colosso tedesco è una vera istituzione nella realizzazione di sedili per automobili di grandissima qualità. Eppure nonostante il blasone di produttore di sedili più antico al mondo l’azienda si è trovata ad un passo dal chiudere i battenti, tanto da avere depositato la scorsa estate istanza di fallimento.
A salvarla ci ha pensato l’italiano proma Group, che ha investito e creduto nel progetto e che permetterà a Recaro di ripartire a partire dal 2025. Le sedi riprenderanno a funzionare, e anche una parte dei dipendenti rimarrà al suo posto. Una grandissima notizia, insomma, per Recato e per tutto l’automotive, ma anche per il nostro paese. Una parte della produzione dovrebbe infatti avvenire in Italia. Recaro è certamente una grande risorsa per l’industria dei motori italiana che, pur in un momento di grande difficoltà, dimostra di saper riconoscere e di sapere ancora puntare sull’eccellenza.