Comincia il 2024, l’anno che deve essere quello del riscatto per Honda in MotoGP. Ed ecco come ha deciso di “assaltare” il dominio Ducati.
Una sola vittoria con Rins ad Austin e pochi altri podi per la Honda in MotoGP nel 2023. Si tratta di uno dei bottini più magri della storia della casa giapponese nella classe regina, che ha dominato in lungo e in largo per anni, insieme alla Yamaha. E fa strano proprio oggi vedere queste due case, che fino a poco tempo fa si sfidavano per titoli Mondiali, lottare per posizioni di rincalzo, lasciando la scena a una Ducati a dir poco debordante. Ma ora Honda ha in mente un piano per tornare a vincere.
I guai della casa dell’ala dorata sono iniziati nel 2020 con l’infortunio di Marc Marquez, che ha tolto di mezzo lo spagnolo per parecchio tempo. Le continue operazioni e il calvario, terminato solo lo scorso anno, hanno inciso sul lavoro di sviluppo della RC213V, tanto che gli aggiornamenti non hanno mai seguito una vera linea e anzi nei primi due anni sono sembrati quasi fermarsi.
Solo col ritorno alla piena attività di Marquez, qualcosa si è visto ma non è stato abbastanza, come dicono i risultati. L’addio a sorpresa del campione spagnolo poi è stato uno choc per la Honda, perché all’improvviso si è trovata a non avere un riferimento per il futuro della sua moto. Anche se qualcuno in realtà, vedi Jorge Lorenzo, ha paventato che sia stato proprio i numero 93 un peso per la moto giapponese in questi anni. Ma ora si deve ripartire.
Honda, c’è il programma per il riscatto
Le due case giapponesi, grandi deluse delle ultime stagioni, hanno ottenuto ovviamente da Dorna il via libera per usare a piene mani le concessioni accordate per lo sviluppo delle proprie moto. Un fattore che non è stato apprezzato particolarmente da Ducati, ma con cui ora dovrà fare i conti. In particolare Honda e Yamaha, oltre a poter lavorare e sviluppare i propri mezzi durante il campionato (con gli altri che avranno il motore congelato), potranno effettuare il numero di giornate di test che vorranno con i piloti titolari.
In particolare la Honda proprio in questa stagione ne approfitterà alla grande dei giorni di test, che secondo quanto anticipato Motorsport.com saranno almeno 22 giornate. Si tratta di un numero decisamente importante, ma che potrebbe variare in corso d’opera. Infatti alla fine non tutte le giornate vengono sfruttare dalle case e molto dipenderà anche dai risultati stagionali e dall’andamento degli sviluppi in fabbrica.
La Honda potrà sfruttare pienamente per questo lavoro di sviluppo i suoi piloti ufficiali, a partire da Joan Mir, che viene da una stagione decisamente complicata ma che ha ereditato i gradi di capitano dopo l’addio di Marquez. Ma soprattutto potrà contare su Luca Marini, fratello di Valentino Rossi, che ha lasciato la ben più competitiva Ducati per mettersi in gioco in un team ufficiale ed essere utile proprio per lo sviluppo di una nuova moto.
Una parte del lavoro sarà poi svolto dal teste Stefan Bradl, mentre nonostante la disponibilità del team LCR, non dovrebbero essere utilizzati per lo sviluppo Johann Zarco e Takaaki Nakagami.