La Casa di Tokyo è il punto di riferimento nell’industria delle due ruote. I suoi motori sono tra i migliori al mondo a tal punto da diventare ideali per esperimenti clamorosi.
Immaginate di prendere una minimoto che, generalmente, non supera i 30 km/h e trasformarla in un bolide in grado di avere accelerazioni brucianti in pista. Il nonsense è totale, ma dei ragazzi hanno deciso di cambiare il motore di una minimoto per la creazione di un mezzo mai visto prima.
La base di partenza è un Coleman CT200U, mini bike prodotta negli Stati Uniti. A quel punto il gruppo di ragazzi ha cestinato il vecchio motore per montare quello di una CBR 1000 Fireblade. Con questa moto la casa di Tokyo sfidò Yamaha, Suzuki e Kawasaki. Venne battezzata Fireblade e divenne il simbolo più tagliante della sportività nuda a cruda della stradale. Dal know-how della pista nacque una moto per centauri con il pallino della velocità. Il nuovo airbox era gestito da una centralina elettronica e lo scarico centrale una nuova valvola a farfalla controllata elettronicamente. Il telaio era molto più leggero con l’adozione di alcuni elementi in alluminio.
La prima serie di Fireblade 1000cc fu svelata nel 2004. La base di creazione era la Honda CBR 600RR, diretta discendente della RC211V della MotoGP, con sospensione posteriore Pro-Link e il DSFI (Dual Stage Fuel Injection System), ossia con un sistema d’iniezione del carburante a due fasi e un impatto importante sulle performance della super sportiva. Il motore 998 cm³ quattro cilindri in linea venne riprogettato, con un cambio sequenziale a sei rapporti. Si trattava di una moto spettacolare. Guardate come è stata copiata quella Gold Wing.
Honda, arriva una trasformazione epocale
Originariamente il Coleman aveva un piccolo motore raffreddato ad aria da 196 cc con frizione centrifuga, la cui top speed era 30 km/h. Il suo peso è di 69 kg, le ruote sono da 8 e 9” e le mescole, da tenere a pressione medio-bassa, fungono anche da sospensioni. Date una occhiata al video in basso del canale YouTube BUM.
Si è passati ad un motore con 200 cavalli. Il telaio in tubi d’acciaio è stato modificato per ospitare un propulsore molto più pesante dell’originale. La scelta del nuovo serbatoio è clamorosa: una tanica assicurata al portapacchi posteriore. Nessun impianto di scarico e le prime parti dei quattro collettori hanno portato alla nascita della Coleman CBR.