Harley-Davidson, l’ufficialità è una mazzata: masticano amaro dirigenti e appassionati

L’ufficialità diffusa dall’Harley-Davidson è una vera mazzata per gli appassionati, ma anche per i dirigenti dell’azienda. Andranno prese le adeguate contromisure.

Negli ultimi anni il mercato delle due ruote è divenuto più competitivo anche per brand che hanno sempre sbaragliato il mercato, come accade per l’Harley-Davidson. L’azienda di Milwaukee sta affrontando molte difficoltà e registrando un’epoca non del tutto positiva, fra vendite in calo e una clientela che lamenta di non riconoscersi più nell’identità del marchio statunitense.

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Harley-Davidson, l’ufficialità è una mazzata: masticano amaro dirigenti e appassionati (ANSA) – nextmoto

 

Sembra essersi persa l’essenza di far parte degli appassionati dell’Harley e a ciò si stanno aggiungendo altri fattori che preoccupano ancor di più i vertici dell’azienda, la quale si trova a dover mettere una toppa su più situazioni. Una delle più urgenti e preoccupanti è iniziata nel 2018, quando Donald Trump aveva imposto severi dazi doganali sulle merci provenienti dall’Unione Europea. Di risposta l’UE aveva aumentato del 25% le tariffe sui prodotti statunitensi, comprese le Harley-Davidson.

Una situazione intollerabile per l’impresa produttrice di motociclette, la quale raccoglie una grande fetta di clienti nel Vecchio Continente. Perciò quest’ultima aveva trovato l’escamotage: spostare parte della sua produzione in Thailandia, fra i paesi non interessati dalle misure tassative introdotte dall’Unione Europea. Molte quindi delle due ruote dell’Harley-Davidson risultavano da quel periodo etichettate come thailandesi, evadendo le tariffe aggiuntive. La reazione europea non ha tardato ad arrivare.

Harley-Davidson nei guai: la Corte di Giustizia dell’UE ottiene una vittoria schiacciante

Tra il governo UE e l’Harley-Davidson è andata avanti una battaglia legale per anni, la quale si è appena conclusa con una vittoria ottenuta dal Vecchio Continente. Infatti, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha sancito che la produzione delocalizzata dell’azienda statunitense non fosse altro che un modo per aggirare i dazi doganali imposti. Escluso ogni motivo che si è cercato di addurre, relativo a ragioni economiche o di efficienza aziendale.

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Harley-Davidson nei guai: la Corte di Giustizia dell’UE ottiene una vittoria schiacciante (ANSA) – nextmoto

 

La Corte ha affermato che, nonostante le aziende siano libere di ottimizzare la propria attività, “le delocalizzazioni effettuate in risposta alle misure tariffarie sono soggette a un controllo approfondito”. Le prove fornite dell’azienda statunitense per difendere la posizione propria non sono state giudicate convincenti né valide. Perciò si aggiungono problematiche di ogni tipo per l’Harley-Davidson, che di recente si è allineata alle necessità dell’epoca moderna creando una linea elettrica (LiveWire, ndr), la quale però pare stia faticando a sua volta a farsi apprezzare. Il brand dovrà reinventarsi, probabilmente tornando alle radici della sua identità.

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