La
crisi ha colpito duro molti
costruttori di motociclette ma per
Harley Davidson sembra aggravarsi particolarmente in quanto il netto
calo delle vendite si sta accompagnando ad una diminuzione dell’
appeal del
marchio. Infatti, secondo
Interbrand, società che stilla ogni anno la classifica dei cento marchi più importanti al mondo, la casa di
Milwaukee è passata dal 76° al 98° posto con una
perdita complessiva di valore pari a circa un miliardo di dollari.
Contemporaneamente il costruttore americano si trova a dover fare i conti con le richieste dei
sindacati (che rivendicano le indennità di licenziamento e sanitarie per i dipendenti che hanno perso il posto di lavoro a causa dei tagli del personale) e con un’età media dei
clienti piuttosto avanzata, cosa alquanto preoccupante in prospettiva futura e motivo per cui
la gamma 2011 di Harley Davidson ha riproposto alcuni
modelli che avevano attirato l’interesse dei più giovani.
In questo senso sono state poco lungimiranti
le decisioni di chiudere Buell e di vendere MV Agusta, marchi decisamente più adatti per attirare un pubblico più giovane soprattutto nei
mercati europei dove la casa di
Schiranna può contare su uno zoccolo duro di appassionati che il
main brand non ha e forse non avrà mai.
Di certo il calo delle vendite e le richieste dei sindacati mettono gli amministratori di Harley di fronte ad una situazione che richiederebbe forti
investimenti che la
casa di Milwaukee forse non si può permettere e che rischiano di compromettere ancor più una situazione non certo brillante, tanto che c’è chi profetizza un abbandono degli storici stabilimenti nel
Wisconsin che avrebbe davvero dell’incredibile perché colpirebbe al cuore la
storia e il
mito stessi del marchio.