Sono previsti grossi e importanti cambiamenti in casa Stellantis, con il Gruppo che dovrà fare i conti con gravi problemi.
Da anni risulta evidente come il Gruppo Stellantis punti sempre di più a diventare dominante nel settore automobilistico, cercando di espandere quanto più possibile i propri orizzonti. Un colosso che ha dimostrato però di presentare qualche problema, tanto è vero che al momento 15 marchi sembrano essere decisamente troppi per una sana gestione aziendale.
Il Presidente John Elkann sa bene che è necessario fare qualcosa in questo senso, con l’acquisto di Leapmotor che per qualcuno è stato un azzardo, ma entrare pienamente anche nel mercato cinese può rivelarsi una grande conquista. Intanto in Italia gli stabilimenti Stellantis continuano a presentare sempre più problematiche.
Ecco dunque come a Mirafiori la FIAT 500e non sarà prodotta fino all’1 novembre, mentre a Pomigliano d’Arco si è abbassata la produzione della Panda, con questa citycar che è passata da 395 esemplari al giorno a soli 320. Una situazione problematica come rare volte si era visto in passato, ma a quanto pare questa volta non saranno solo gli operai a pagare.
Ormai è sicuro come nel 2026 Carlos Tavares non sarà più il CEO di Stellantis, con il ruolo del portoghese che non sarà rinnovato al termine della sua esperienza che scadrà proprio all’inizio dell’anno. Ci saranno quindi grossi cambiamenti non solo nei nomi, ma anche nel modo di concepire il lavoro e di guardare al futuro da parte dell’azienda, con Stellantis che sta stravolgendo anche diversi marchi.
Jean-Philippe Imparato lascia Alfa Romeo e se ne va nel ruolo di direttore operativo per l’Europa, raccogliendo l’eredità di Uwe Hochgeschurtz. Interessante la scelta di chiamare Santo Ficili per il doppio difficile ruolo di CEO sia di Maserati che di Alfa Romeo. Si amplia anche il ruolo della Leapmotor, con Gregoire Olivier che diventa CEO per la Cina e rimane anche Liasion Officer di Leapmotor.
Secondo Tavares questo è un momento estremamente particolare e complicato per il mondo automobilistico e in un certo senso siamo di fronte a una “selezione darwiniana”, dove vince solo il più forte. Il 2024 è stato l’anno nero per Stellantis, con le sue quotazioni in Borsa che sono crollate del 42%,. Un tracollo spaventoso, ma per ora non ha ritrattato sul passaggio a una produzione 100% elettrica a partire da 2030 per l’Europa e del 50% per il Nord America.