In una intervista, il grande Agostini è tornato a confrontare le gare di ieri e di oggi, facendo un’amara riflessione con un consiglio alla MotoGP attuale
Se si parla di motociclismo, oggi in tanti come primo nome citano Valentino Rossi. Nonostante il ritiro avvenuto due anni fa, è ancora il Dottore il più famoso e amato pilota delle due ruote. Ma se parliamo di miti, allora ce n’è uno che, non ce ne voglia il campione di Tavullia, è superiore a tutti: Giacomo Agostini. Anche perché per lui parlano non solo le imprese in pista, ma anche i numeri, cominciando dai titoli Mondiali, ben 15. Un record che ancora oggi regge, nonostante i pericolosi assalti di Rossi e Marc Marquez.
In totale per Agostini 123 Gran Premi vinti, 163 podi in 190 gare disputate e tanti altri primati che neanche il tempo e i nuovi campioni riescono a scalfire. Un mito il pilota italiano anche perché ha vissuto in un’epoca decisamente diversa da quella odierna, dove si rischiava davvero a ogni gara letteralmente la pelle. E lo ha ribadito in una recente intervista a Motorsport lo stesso campione.
Agostini spiega le differenze con il passato
L’80enne ex campione del mondo, pronto a scendere di nuovo in pista con una moto al Goodwood Festival of Speed in estate, ha ribadito la differenza tra le corse di oggi e quelle della sua epoca. Una volta quando si cadeva, un infortunio grave era quasi la routine. Da tempo invece la sicurezza ha fatto passi da gigante e gli incidenti molto spesso portano a danni fisici meno importanti.
Ago ha sottolineato come ai suoi tempi si corresse nel Mondiale sull’Isola di Man, la gara più pericolosa al mondo. Lui vinse 10 volte ma poi grazie anche alla sua battaglia finì fuori dal circuito iridato per la sua eccessiva pericolosità. Ma ancora oggi proprio lì si continua a morire, con oltre 266 vittime nei decenni.
Anche per questo Agostini ha voluto ancor di più sottolineare come per i corridori degli anni ’60 e ’70 la percezione del rischio era reale: “Avevamo di più il pensiero della morte. Ci sono stati tanti momenti in cui, un’ora dopo la morte di un amico, ho pensato di non correre. Sono cose che lasciano il segno. Oggi è cambiato molto però. Con le piste, i ghiaioni, le tute e i caschi integrali, oggi c’è molta più sicurezza. E anche con l’airbag è fondamentale“.
Parlando proprio di sicurezza, Agostini però ha lanciato un monito agli organizzatori del Mondiale e ai costruttori: le moto oggi hanno troppa potenza ed elettronica. E l’ex campione ha sottolineato come in passato si avevano sotto alla sella solo 120 o 150 cavalli, ed era uno spettacolo: “Solo perché oggi ci sono più cavalli non vuol dire che ci sia spettacolo. Oggi tutto è al limite e se non funziona al massimo la moto, anche il pilota più talentuoso non può fare nulla. Quindi sarebbe una buona idea ridimensionare il tutto“. Ma sarà ascoltato?