Facile, economica e italiana: questa moto degli anni ’70 torna attuale, oggi vale una fortuna

Una due ruote che ha fatto sognare un’intera generazione di motociclisti: prestazioni, sapienza tecnica ne hanno fatto un mito che oggi vale moltissimo

Il genio vale, vale molto e in certi casi vale sempre di più. Può essere una vera miniera d’oro per chi l’ha saputo individuare al momento giusto e l’ha conservato nel suo garage in condizioni eccellenti, adatte ad affrontare un mercato esigente come quello dei collezionisti di moto vintage.

Italiana economica valore
Moto Morini 3 1/2 – nextmoto.it

Un genio che oggi vale molti, moltissimi soldi (certamente in confronto a quello dell’accessibilissimo cartellino del prezzo dell’epoca) è quello della  Moto Morini 3½. Era nata in un periodo di grandi cambiamenti mentre le potenti pluricilindriche giapponesi sembravano cambiare tutto per sempre. Eppure ha saputo ritagliarsi uno spazio importante nel mercato grazie alla sua eccentricità.

Moto Morini, il genio di Franco Lambertini

Morini scelse una strada diversa da quella che imponeva la moda. Realizzò una media cilindrata ben progettata e ben eseguita, e vinse tutto: nei periodi migliori la produzione raggiunse i 6.000 esemplari all’anno. Cifre da capogiro per l’epoca, e non solo.

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Moto Morini 3 1/2 1975 (Flickr Cory Gurman) nextmoto.it

Il successo della 3½ è legato al nome di Franco Lambertini, un ingegnere con esperienza in Ferrari che venne assunto dalla Moto Morini con un semplice annuncio sul giornale. La leggenda racconta che gli venne chiesto di progettare un motore in soli due giorni come prova d’assunzione, e Lambertini non solo superò la prova, ma portò nella casa bolognese un approccio innovativo, applicando concetti derivati dal mondo automobilistico.

Il piccolo grande motore della 3½ era un bicilindrico a V di 72° che rappresentava un perfetto equilibrio tra compattezza e contenimento delle vibrazioni. Un propulsore pieno di soluzioni intelligenti che hanno fatto scuola.

La prima 3½ venne presentata al Salone di Milano del 1971 ed entrò in produzione nel 1973 nella versione GT. L’anno successivo arrivò la Sport, con manubrio basso e sella con codino rialzato. Le prestazioni erano notevoli: 35 CV per la GT e 39 CV per la Sport, con velocità massime rispettivamente di 166 e oltre 170 km/h. Erano numeri di tutto rispetto, che le permettevano di battere anche la Yamaha 350 due tempi dell’epoca.

Inizialmente equipaggiata con freni a tamburo e ruote a raggi, ancora piacevolissimi da guidare, nel 1976 adottò un disco Grimeca da 260 mm all’anteriore, con possibilità di montarne un secondo come optional. L’anno dopo arrivarono anche i cerchi in lega di alluminio.

La 3½ rimase in produzione fino al 1983 senza subire modifiche sostanziali. Alla fine della sua carriera fu sostituita dalla 350 K2, che era esteticamente diversa ma tecnicamente simile. Una 3 1/2 parte seconda.

Sul mercato dell’usato, le quotazioni della 3½ restano accessibili, anche se in crescita. Le Sport dei primi anni ’70 sono le più ricercate e possono arrivare a 6.000 euro. Anche la prima serie stradale con freno a tamburo è molto apprezzata, con prezzi intorno ai 5.000 euro. I modelli di fine anni ’70 si trovano tra i 3.000 e i 4.000 euro, mentre quelli degli anni ’80 costano anche meno. Una moto da guidare per piacere, per la sua storia, e anche con un occhio all’investimento.

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