Sono bastate solo tre tappe del Motomondiale per mandare in crisi Fabio Quartararo e la Yamaha: il francese ha lanciato l’allarme rosso
Sei gare di MotoGP andate in archivio e quattro vincitori diversi, ma tra loro non c’è Fabio Quartararo anche se finalmente nel weekend di Austin il francese ha ritrovato il podio.
In fondo i numeri parlano chiaro, nonostante siamo ancora all’inizio. Tre successi di Pecco Bagnaia tra Sprint Race e Gran Premi, poi quella di Brad Binder nella Sprint in Argentina e le altre due gare lunghe che sono andate a Marco Bezzecchi e Alex Rins, fresco vincitore con la Honda nel GP delle Americhe in Texas.
Ma molto chiaro parla anche la classifica che comunque in MotoGP resta compatta. Due Ducati davanti, quelle di Marco Bezzecchi con 64 punti e Bagnaia con 53. Seguono la Honda di Rins a 47, l’Aprilia di Maverick Viñales a 45 e altre due Desmosedici, con Johann Zarco a 44 e Luca Marini, secondo ad Austin, a 38.
Invece il campione del mondo 2021 è solo settimo a 34 e deve ringraziare le due cadute di Bagnaia che come minimo avrebbe fatto altrettanti secondi posti e quindi 40 punti in più. Un distacco che dopo tre appuntamenti sarebbe già stato pesantissimo e invece in casa Yamaha si respira ancora, nonostante i problemi.
Fabio Quartararo: il terzo posto ad Austin non basta
Cade Bagnaia, che non se lo spiega anche perché nel Gran Premio di domenica le condizioni della pista erano perfette. Ma cade anche Quartararo, come gli è successo sabato nella Sprint quando comunque stava lottando per un piazzamento di ripiego.
In Texas in effetti la sua Yamaha M1 ha dato qualche segnale di risveglio che però è figlio soprattutto della sua classe. Sul giro secco la moto giapponese paga ancora dazio a Ducati e Aprilia però riesce a limitare i danni e lo dimostra il suo settimo posto in griglia.
Dove invece fa ancora molta fatica è in gara, perché il podio di domenica è anche frutto delle molte cadute di big registrate in gruppo e della pessima partenza di Viñales. Fabio, che è ancora giovane ma già molto, ha capito bene di dover limitare i danni almeno in questa prima parte di stagione aspettando che la sia moto cresca.
Però soprattutto dopo la delusione della Sprint texana lo ha detto chiaramente ai giornalisti, come ha fatto con il suoi team. Le cose ancora non vanno ed è difficile intravedere la luce in fondo al tunnel.
Ha spiegato che nelle Qualifiche deve guidare in un modo diverso dal suo solito perché non ha lo spunto per passare i piloti davanti a lui e quindi spesso è costretto ad accodarsi. Poi ci sono le gare, che lo costringono a spingere anche oltre i suoi limiti e in questo senso si spiegano le cadute.
Al momento l’unico settore nel quale la sua M1 può guadagnare rispetto agli avversari è in frenata, quindi su piste stop&go che richiedono molte ripartenze a bassa velocità se la può cavare. In rettilineo però non c’è storia e secondo lui questa sarà una stagione molto difficile se non cambierà qualcosa. Anzi, visto che non vede grandi miglioramenti “il campionato possiamo dimenticarcelo, non possiamo nemmeno pensarci. Possiamo solo migliorare e cercare una soluzione per stare insieme a loro in gara”.
Ora però comincia una fase diversa della stagione, perché il Motomondiale tornerà in Europa e ricomincerà dal GP di Spagna a Jerez de la Frontera l’ultimo weekend di aprile. Appuntamento doppiamente importante, perché il martedì successivo è in programma una sessione di test ufficiali per tutte le squadre sulla stessa pista.
La storia dice che lì la Yamaha è sempre andate bene e il pilotino di Nizza sempre forte. Ora che ha dato un segnale importante tocca alla squadra dimostrare di essere all’altezza. E a Franco Morbidelli far capire a tutti che anche lui può stare in una squadra come quella. Se anche in Spagna arrivassero segnali importanti, allora la stagione ricomincerebbe.