Arriva una novità che frena le intenzioni di alcuni furbetti del mondo delle moto, in particolare per limitare alcune emissioni.
Gli appassionati di moto hanno delle fisse e delle manie che li rende sempre molto particolari. Oltre all’ebrezza di guidare ad alta velocità e con il vento che soffia sul proprio volto, i centauri hanno una certa predilezione per i motori rombanti, per i suoni possenti dei propulsori. A volte scelgono il bolide da guidare proprio per il boato che emette in accelerazione.

Peccato che vi sono alcune normative che vietano un’eccessiva produzione rumorosa quando si guidano determinati motocicli, in particolare per evitare l’inquinamento acustico, una delle problematiche spesso sottovalutate che riguardano il mondo dei motori. Vi sono disposizioni dell’Unione Europea che mirano ad evitare un’eccessiva rumorosità in questo senso.
Qualche furbetto ha sempre cercato di aggirare tali norme, decidendo di agire per contro proprio pur di ottenere un rumore potente e ben udibile dal motore del proprio veicolo. Ma ora arrivano disposizioni ancora più restringenti atte ad evitare tali modifiche e punire coloro che intervengono in maniera poco legale.
Addio alla rimozione del dB-killer: vietata l’eccessiva rumorosità delle moto
Si è mossa addirittura l’ONU con un regolamento nuovo di zecca, che va a sposare le linee guida messe a punto dall’associazione Europea dei Costruttori di Motocicli (ACEM), in collaborazione con i principali produttori di scarichi aftermarket. In pratica l’intenzione è quella di vietare e rendere illegali tutti i sistemi per la rimozione del dB-killer, ovvero il dispositivo che serve a limitarne le emissioni sonore dei veicoli a due ruote.

I dB-killer devono essere solidali con lo scarico e ogni modifica agli stessi potrà essere solamente di natura estetica e non intaccare il livello di emissioni sonore. Un lavoro iniziato nel 2023 dall’associazione internazionale IMMA oltre che da ANCMA, con l’obiettivo di evitare strane interpretazioni sulle norme antimanomissione dei silenziatori di scarico. Inoltre, vanno tenute in considerazione le indicazioni circa le procedure antimanomissione dei software, ove presenti, sugli scarichi.
Niente da fare per coloro che furbescamente hanno agito per limitare il lavoro dei dB-killer. Ora diventa tutto impossibile anche per le normative specifiche europee. Mariano Roman, presidente ANCMA, ha espresso così la sua soddisfazione dopo questo traguardo: “L’impegno delle aziende italiane del settore, che rappresentano un’eccellenza riconosciuta in Europa e nel mondo, è un segnale molto importante, che rafforza tutta la filiera, l’immagine e la cultura motociclistica”.