La Ducati è oggi un punto di riferimento per il mondo delle due ruote, ed oggi vi sveleremo il nome del suo fondatore.
Il brand Ducati è un pilastro della terra dei motori, vale a dire dell’Emilia-Romagna, dove hanno sede tantissime aziende che riguardano il mondo della mobilità e del motorsport. La casa di Borgo Panigale sta attraversando uno dei periodi migliori della propria storia, sotto la guida dell’amministratore delegato Claudio Domenicali, che ha portato a risultati sensazionali sia sotto il profilo del motorsport e che del prodotto.
Il 2023 è stato chiuso nuovamente con un fatturato superiore al miliardo di euro, ed è stato, inoltre, il terzo anno migliore di sempre in quanto a moto immatricolate. Il momento è dunque eccezionale, ed a tutto ciò si aggiungono anche i successi in MotoGP e Superbike, che continuano a fioccare per la Ducati. Nelle prossime righe, vi sveleremo il nome di chi ha fondato la casa di Borgo Panigale, creando un mito immortale.
Ducati, ecco da chi venne fondata
Ufficialmente, la nascita della Ducati è fatta risalire all’anno 1926, ed avvenne a Bologna, con la sua sede odierne che è situata nel quartiere di Borgo Panigale. A fondarla fu l’ingegnere Antonio Cavalieri Ducati, che la chiamò, inizialmente, Società Scientifica Radiobrevetti Ducati, che era specializzata nella ricerca e nella produzione di tecnologie utili alle comunicazioni radio, anche sulla base dell’esperienza della prima guerra mondiale.
Il fondatore morì solamente un anno dopo la fondazione, per cui, non ebbe nulla a che fare con il mondo delle moto, che divenne il tema centrale di questa azienda solamente in seguito. Grazie ai figlio di Antonio, questo brand iniziò ad ampliarsi in altri campi industriali, uscendo dalla sola dimensione delle comunicazioni radio, e gli affari iniziarono ad andare a gonfie vele. Adriano, Bruno e Marcello fecero le fortune di questo marchio, ma la rivoluzione totale avvenne dopo il dramma della seconda guerra mondiale.
Infatti, il reparto motociclistico fu fondato nel 1946 su richiesta dell’IRI, ovvero l’Istituto per la Ricostruzione Industriale, che aveva capito il bisogno di ampliare la mobilità tramite auto e moto. Da quel momento in poi, la Ducati iniziò a produrre ciclomotori e motocicli, ed in pochi anni, tutte le altre attività vennero messe da parte per concentrarsi sulle due ruote. A giudicare dai risultati che ne sono conseguiti, c’è da dire che si è trattato della mossa più azzeccata.