Alle volte la storia prende delle direzioni inattese, proprio come è accaduto in questo caso con la Ducati e un motore incredibile.
Quando si parla di Ducati si sa che si ha a che fare con una delle aziende che nel corso degli anni ha dimostrato di sapersi imporre come poche altre nel settore delle due ruote. Il suo grande blasone dipende da diversi aspetti, partendo per esempio dal fatto che ha saputo costruire alcune delle moto più potenti di sempre.
Il suo stile è davvero unico e inimitabile ed è motivo di grande orgoglio per tutta l’Italia il fatto che siano i suoi anni d’oro anche nel motorsport. Nessuno infatti ha modo di tenere testa a questa straordinaria realtà, con la casa emiliana che è diventata la prima della storia a vincere il Mondiale MotoGP con un Team satellite.
La festa è stata però limitata dal fatto che ha battuto proprio il Team ufficiale. Intanto però continua la crescita e il blasone del marchio, con la storia di Ducati che è fatta di tante piccole situazioni rivoluzionarie, anche non concluse e che avrebbero potuto dare vita a un nuova Era. Chissà infatti come sarebbe andato con quel progetto di Moto Morini.
Bicilindrico Moto Morini: la storia ha dell’incredibile
Gli anni ’80 sono stati un periodo molto affascinante, ma allo stesso tempo anche complicato per le grandi aziende, le quali si trovavano nella condizione di dover rinnovare sensibilmente la propria gamma. Anche la Moto Morini si trovava così nelle condizioni di doverlo fare, con la novità che giunse nel marzo del 1985 grazie a Franco Lambertini, con questi che iniziò a progettare un motore eccezionale.
Si trattava di un bicilindrico a quattro valvole che avrebbe potuto essere utilizzato anche su strutture in lamiera d’acciaio, con questi che era un bicilindrico da 720 di cilindrata ed erogazione da 85 cavalli. Il peso inoltre era solo di 53 kg e presentava un favoloso rapporto tra la qualità e il prezzo.
Quello però era il periodo nel quale la signora Morini decise di vendere l’azienda a Castiglioni, con il motore che tornò a far parlare di sé solo nel 1987, dopo una prova di 20 ore alla Ducati. La prova evidenziava delle qualità eccellenti, ma una volta terminata la prova, come ricorda il tecnico Luciano Negroni, riportato da insella.it, i responsabili della Ducati lo bocciarono. “Ci dissero di spegnerlo e di non volerlo più vedere in giro”. Una storia strana e con finale inatteso, per un motore che forse avrebbe fatto comodo a Ducati.