Trema il settore delle moto italiano per via del dramma che un colosso sta attraversando. La notizia è perigliosa, specie per i dipendenti.
Quello che sta succedendo a livello internazionale sta intaccando e non poco gli interessi di un colosso italiano delle moto. Ora, per i dipendenti e per gli appassionati c’è solo da sperare in una risalita imminente, giacché il rischio di crisi sembra essere sempre più alle porte.
In un momento in cui il settore motociclistico versa in ottime acque, c’è un’azienda che proprio non riesce a risanare i propri conti. Si tratta dell’austriaca KTM, immersa nei debiti che si aggirano intorno ai 3 miliardi di euro. Solo nel 2024 le perdite si aggirano intorno ai 900 milioni di euro, mentre il valore azionario è diminuito di un preoccupante 90%. Saranno ben 700 i dipendenti che perderanno il loro lavoro entro la fine dell’anno, mentre gli stipendi di novembre non sono stati ancora pagati.
Nel marzo del 2024 la Pierer Mobility AG, proprietaria anche dell’azienda austriaca, ha rilevato le quote di maggioranza di un noto marchio italiano, la MV Agusta. Infatti, in quel periodo Timur Sardarov, allora proprietario, ha lasciato le redini ai nuovi proprietari, i quali hanno acquistato il 50,1% delle azioni. Ora, però, la situazione è alquanto perigliosa, visto che il pessimo momento storico di KTM potrebbe trascinare con sé anche le aziende che essa controlla.
Sono diverse le possibili ripercussioni che la crisi della KTM potrebbe provocare sulla MV Agusta. Ad aprile, il Ceo dell’azienda di Schiranna, Hubert Trunkenpolz aveva parlato dei piani di rilancio, facendo ben sperare i dipendenti del marchio italiano.
“Noi della KTM abbiamo le competenze necessarie e l’esperienza per rilanciare MV Agusta” (Fonte: Gazzetta.it), aveva affermato, ma qualcosa recentemente è cambiato. Il nuovo Ceo del marchio varesino, Luca Martin, aveva lo scorso giugno tracciato la rotta dei nuovi investimenti e delle strategie future. Si puntava, addirittura, a un ritorno dell’azienda italiana anche nel Motomondiale, ma qualcosa 6 mesi dopo è cambiato radicalmente.
Infatti, ora MV Agusta non è più vista da Pierre Mobility come asset strategico e il 2025 potrebbe essere un anno critico anche per lei, oltre che per KTM. Per ora, l’obiettivo è quello di produrre, a partire da marzo, 3.000 motociclette, ma sarà determinante prima vendere le circa 2.000 unità rimaste in magazzino. Il patrimonio del marchio italiano è stabile e dovrà autosostenersi, anche se non sarà affatto semplice. Nonostante queste difficoltà e la mancanza di fondi per futuri investimenti di rilievo, comunque, la MV Agusta intravede delle potenzialità di crescita entro il 2027.