Il caro carburanti inizia a diventare un vero dramma in Italia. Ennesima batosta in vista, arriva la richiesta ufficiale al Governo: ecco di cosa si tratta, tutti i dettagli
Non è stata un’estate semplice per tanti italiani in giro per la nostra Penisola. Viaggiatori, pendolari e semplici automobilisti e motociclisti: tutti hanno dovuto fronteggiare il dramma del caro benzina, che ha toccato vette inesplorate nel corso degli ultimi periodi. Durante il mese di agosto, addirittura, si sono sfiorati i 3 euro al litro alla colonnina del self service, per un trend che ha allarmato e fatto infuriare le associazioni a tutela dei consumatori.
Tuttavia, il piccolo calo registrato all’inizio di settembre non è un dato abbastanza confortante. Anzi, il trend è nuovamente in salita. E in tutta Italia aumenta il numero delle colonnine del self service che segnano oltre 2 euro al litro. Una vera e propria batosta per tante regioni e per tanti pendolari italiani, che sulle due e sulle quattro ruote non riescono a trovare pace al momento del rifornimento. Insomma, il clima sta diventando a dir poco insopportabile e il caro benzina è ormai una voce troppo pesante sul bilancio familiare di automobilisti e motociclisti.
Una voce tanto pesante da spingere le associazioni competenti ad esporre diretta richiesta al Governo. Ad alzare la voce, in particolare, è Roberto Di Vincenzo, presidente della Federazione italiana gestori carburanti e affini (FEGICA). Quest’ultimo ha iniziato a spingere per il taglio delle accise, con urgente attivazione dell’accisa mobile e di una riduzione di 10 cent/litro dei rincari tassativi, almeno sino al termine del 2023. Troppo flebile la soluzione bonus benzina da 150 euro una tantum. Per il numero uno della FEGICA occorrono misure più incisive e a larga scala.
Una richiesta ufficiale appoggiata e sposata anche da Assoutenti, che ha già inviato una lettera al Ministro Adolfo Urso, a carico delle Imprese e del Made in Italy. Trovare immediate ed efficaci soluzioni al caro carburanti è un qualcosa da affrontare in maniera prioritaria per il Governo Meloni. Sul tavolo c’è il rischio di scioperi e proteste, oltre che di ennesimi rincari anche sul costo del trasporto merci. Scenari da evitare in questi mesi delicati che ci porteranno verso le prime festività autunnali ed invernali. E che culmineranno nel tanto atteso periodo natalizio.