Una crisi tecnica che ormai continua da mesi, se non anni. Un pilota si lamenta, ma non ottiene risposte. Proprio come accadde anni fa a Valentino Rossi.
Continua il momento no delle case giapponesi in MotoGP. La Honda con Marc Marquez sembra piombata in un buco nero da cui non riesce ad uscire, con il campione spagnolo che per stare con i migliori continua a cadere e rischiare grosso a livello fisico.
E in Germania, dopo l’ennesimo, seppur lieve, infortunio, il numero 93 ha deciso di non scendere in pista la domenica, mettendo in atto un gesto plateale nei confronti del suo team.
Marquez però non è l’unico ad avere grane con la propria casa. C’è un altro pilota che, proprio come a suo tempo avvenne a Valentino Rossi, prova a farsi sentire senza venire ascoltato.
Quartararo e la crisi Yamaha
Tutti ora si aspettano di capire cosa accadrà in Yamaha, con Fabio Quartararo che sta vivendo un altrettanto difficile crisi tecnica come capitato anni fa a Valentino Rossi.
Il campione del mondo 2021 lo scorso anno era in testa al Mondiale con ampio margine, prima della grande rimonta di Pecco Bagnaia. Oggi è praticamente precipitato a metà gruppo, senza alcuna possibilità di lottare per le posizioni che contano. Solo un podio ad Austin, per il resto tanti bocconi amari da buttare giù.
Al centro delle critiche, ovviamente, una M1 che non riesce proprio a rendere sia in qualifica che in gara. Quartararo ha chiuso il Gran Premio di Germania, settimo round del Mondiale 2023, in tredicesima posizione, che fa impressione se pensiamo che lo scorso anno ha vinto la corsa tedesca. E ormai ogni volta le parole del campione francese sono sempre più preoccupanti.
I guai della M1: Quartararo come Valentino Rossi
Già dopo il titolo 2021, subito dopo il trionfo, aveva lanciato un messaggio chiaro a Yamaha: senza cambi di direzione e aggiornamenti, non avrebbe potuto difendere il Mondiale. E così in realtà è stato.
Solo che per buona parte del 2022 è riuscito, andando oltre i propri limiti, a metterci una pezza a una situazione tecnica ormai complicata. Oggi invece non ci riesce più. Tanto che gli appelli ai tecnici giapponesi si sprecano. Tanto che ritornano alla mente gli sfoghi di anni fa di Valentino Rossi contro i vertici Yamaha.
Passano gli anni dunque, ma la sostanza non cambia: la Yamaha sembra proprio non voler dare ascolto ai propri piloti e va per la propria strada. Qualche tentativo è stato fatto, ma senza successo. Solo piccoli step che, confrontati con gli avversari, hanno di fatto lasciato al palo i piloti della casa di Iwata. Dopo l’ennesima debacle al Sachsenring, Quartararo ha ammesso: “Stiamo spingendo forte con i giapponesi ma sappiamo che sono più lenti rispetto agli altri. Stiamo cercando un modo per accelerare la questione ma è difficile. Devono lavorare sul problema e non su altro“.
Ma ora cosa accadrà? Di certo il francese ha fatto di tutto, anche parlare col boss Yamaha: “Ho chiesto di incontrarlo perché sono un combattente e voglio vincere. A nessuno in squadra piace quando combatti per metà classifica. Voglio motivare tutti e trasformare la cattiva energia in buona energia“. Ma il problema è che così è davvero dura. E soprattutto servirà a qualcosa? Perché la lezione di Valentino Rossi è sempre lì come monito.