Colin Edwards, oggi, è un veterano della MotoGP e quando viene intervistato è facile che parli a “ruota libera”. Così, frugando in rete, abbiamo trovato le dichiarazioni che il pilota Texano ha rilasciato a Superbikeplanet nel quale affronta diversi argomenti relativi alla sua vita privata e, naturalmente, alla classe regina. Le riflessioni del due volte campione del mondo della Superbike (2000 – 2002) sono sempre interessanti, soprattutto se rivolte ai suoi rivali, per esempio Jorge Lorenzo, Valentino Rossi e Ben Spies. Tre fenomeni a confronto visti da un punto di vista privilegiato, quello della pista.
Lasciando stare le “chiacchiere” relative alla sua passione per le armi e al numero di fucili che custodisce in casa, Texas Tornado avanza delle considerazioni interessanti sui piloti che nel bene o nel male si sono distinti in questo 2010.
Ben Spies è Ben Spies, dice: “Il ragazzo è pieno di talento e non ne vedo di nuovi in arrivo.” Riferito a Cal Crutchlow, Edwards afferma che il pilota sembra veloce ma è ancora troppo presto per fare paragoni. In ogni caso, a suo dire, non avrà la stessa progressione del suo ex compagno di squadra appena promosso nel team ufficiale Yamaha. Edwars riconosce a Spies anche l’intelligenza di essersi circondato delle persone giuste e aver tenuto al suo fianco dei professionisti di fiducia. Insomma, secondo Colin, Ben Spies è pronto per diventare il quinto uomo dei “magnifici quattro”.
Lorenzo non avrà problemi con l’imminente ritorno alle “mille”. In realtà, spiega Edwards, “il problema non è il peso e non è la potenza delle nuove moto. Lorenzo ha dimostrato di essere veloce punto e basta.” La vera questione sarà lo sviluppo della Yamaha per il 2012 e il grado di intervento dell’elettronica che la Dorna deciderà di lasciare “in campo” nelle stagioni successive. Il nuovo salto di cilindrata infatti, difficilmente riproporrà le ruote fumanti in accelerazione, i traversi in staccata o gli altri “numeri” che la potenza esuberante delle 990cc di un tempo ci ha fatto conoscere.
Lorenzo, aggiunge Edwards, nel 2010 è stato il più forte: “Avrebbe vinto il mondiale anche se avesse guidato una Suzuki Hayabusa!” Jorge è veloce, frena forte e ha una velocità di percorrenza in curva terrificante. Colin racconta che più volte lo ha seguito in pista. Il vantaggio del pilota di Palma di Maiorca è quello di trovare velocemente l’assetto che più gli è congeniale, e probabilmente neanche il migliore in assoluto. Insomma, si adatta alla moto. Va in pista fa dieci tornate e gira forte. Torna dentro, modifica qualche dettaglio rientra in pista e migliora; sempre più veloce.
L’ultima considerazione il texano la spende anche su Rossi e la Ducati. Secondo Colin, Valentino guida ancora la Ducati come fosse la Yamaha, troppo morbido. Edwards, dice: “l’ho seguito qualche giro ed era molto dolce, ma non ho mai visto alcun pilota Ducati andare forte guidando in quel modo. In ogni caso, mai scommettere contro Valentino.”
Edwards racconta di aver scoperto il talento di Rossi quando nel 2000 parteciparono insieme alla 8 Ore di Suzuka. La coppia non ebbe successo a causa della caduta del “Dottore” dopo solo pochi giri. L’anno successivo però i due sbancarono Suzuka. Colin Edwards racconta che in quella occasione scoprì la velocità di Rossi. Lui, fresco campione Superbike, in sella alla moto con la quale aveva disputato l’intera stagione, vide Valentino Rossi girare in tempi per lui stratosferici. Nel ritmo in gara, Edwards pagava 7 decimi all’italiano con una moto che conosceva come le sue tasche.
Le considerazioni sviluppate da Edwards sono ancora tante. Per gli interessati è sufficiente saltare nelle pagine di Superbikeplanet e continuare a leggere.