La Kawasaki ha motori sensazionali. E’ tra i costruttori nipponici migliori del mondo, ma cosa si nasconde dietro al tecnologia di Kobe?
I marchi giapponesi, nel mondo delle due e quattro ruote, sono sinonimo di affidabilità e performance. I primi evidenti passi in avanti per la Kawasaki arrivarono negli anni ’80 con la presentazione della prima serie della Ninja. La moto stradale, prodotta dal 1983 al 1987 in tre serie distinte, segnò un passo in avanti epocale per il segmento delle sportive.
La prima serie della Ninja fu presentata nel 1983. La moto stradale era caratterizzata da un design raffinato, contraddistinta da un cupolino squadrato, scarichi a trombone, sella in un’unica sezione per passeggero e pilota e un verde che illuminava una strada che si rivelò essere splendente per il marchio di Kobe. Grazie alle performance in pista nacque una rivalità accesa tra con Honda, Yamaha e Suzuki. Erano anni gloriosi e c’era la tendenza mondiale ad emulare i campioni del motociclismo.
La seconda generazione della Ninja sembrava essere giunta da un altro pianeta. Dal punto di vista stilistico era 10 anni avanti alla concorrenza. Sotto il profilo tecnico si passò da una moto piuttosto elementare ad un bolide con una potenza top ed un impianto frenante all’avanguardia, con all’anteriore un doppio disco a singolo, mentre al posteriore venne montato un freno a disco. Le prestazioni aumentarono decennio dopo decennio, sino al concetto estremo dell’ultima serie.
Kawasaki, la produzione dei motori
La Ninja è stata la prima moto costruita in serie ad usare l’iniezione elettronica al posto dei carburatori. Il nuovo corso si chiama H2, in richiamo al modello Kawasaki 750 H2 lanciato nel 1971, ovvero una moto a tre cilindri a 2 tempi. Si tratta di un bolide con pochi eguali al mondo. La Superbike copre il quarto di miglio di 9,62 secondi con una velocità di 152,01 mph (244,64 km/h), un’accelerazione da 0 a 60 mph (0 a 96 km/h) in 2,6 secondi e una velocità massima di 183 mph (295 km/h).
Si è arrivati a 300 cavalli di potenza assoluta per performance da brividi. Da sempre le Kawasaki sono moto per manici autentici. Il nome “Kawasaki Heavy Industries” deriva da quello del fondatore Shozo Kawasaki e non c’è un legame con la città di Kawasaki. Ecco perchè è di colore verde. L’azienda è nata in Giappone nel 1896 come cantiere navale, espandendosi in altri campi. La Kawasaki si produce in casa i motori delle moto, ma realizza anche trattori, treni, robot industriali ed attrezzature aeronautiche tra le quali mezzi militari di assoluto spessore.