L’MV Agusta ha una storia spettacolare. E’ riuscita a ritrovare la giusta direzione commerciale grazie all’intervento di un gruppo straniero.
Nel mondo pochi marchi possono vantare la qualità produttiva, le performance e i risultati in pista che ha ottenuto l’MV Agusta nella sua storia. Tutto è cominciato nel 1945 per una intuizione degli eredi Augusta, Giuseppina e Domenico con la ’98. La moto divenne un punto di riferimento nel motociclismo nella versione Sport.
Sulla base del successo del primo modello, al Salone di Milano, nel 1947 il marchio di Schiranna di Varese svelò la 98 Turismo Lusso, la Zefiro, motore 2 T bicilindrico e la 250 con motore monocilindrico a 4 tempi.
I vertici capirono che i successi commerciali sarebbero stati diretta conseguenza dei trionfi nelle corse del Campionato Italiano Velocità. Negli anni ’50 l’MV prese parte a sfide internazionali, svelando la 500 Turismo, quadricilindrica e la 125 Motore Lungo, nata dallo sviluppo delle idee aeronautiche sulle due ruote.
L’amore per i motori portò Domenico Agusta a spingere il progetto verso nuove frontiere nel motociclismo. Arrivarono ben 17 titoli iridati di fila, diventando il marchio italiano più vincente della storia del Motomondiale.
La produzione toccò dei numeri favolosi. Domenico Agusta perì nel 1971 e il fratello Corrado più affascinato dal settore elicotteristico scelse di cercare un partner che garantisse un apporto manageriale. Arrivò due anni dopo l’accordo tra il brand milanese e l’EFIM (Ente Finanziamento Industria Manifatturiera). Date una occhiata ad un modello special.
La produzione dei motori MV Agusta
L’ultimo modello venne presentato nel 1974 con il nome MV Agusta 125 Sport, mentre nel 1977, al Salone di Milano, non vennero svelate nuove moto. Il marchio si allontanò dalla costruzione di moto. In seguito il brand è tornato in auge grazie all’apporto di Gianfranco e Claudio Castiglioni. Dopo aver risollevato la Cagiva la famiglia italiana rimise in sesto anche l’MV Agusta. Nacquero moto straordinarie come la F4.
In seguito la famiglia Castiglioni, in crisi economica, decise di vendere prima alla Malese Proton e poi all’ Harley Davidson, per poi riacquistare la proprietà. Nel 2011 Claudio Castiglioni morì e Giovanni, suo figlio, prese le redini della casa italiana. Nel 2017 arrivò il turno dell’investitore russo Sardarov. Dopo tanti passaggi di mani e capolavori realizzati è storia recente la vendita delle quote a Pierer Mobility, già proprietario di KTM, Husqvarna e GASGAS.