Un marchio importante è pronto ad arrivare in Italia. I suoi modelli puntano a fare il boom di vendite sfidando i brand più prestigiosi
Si è concluso il Biker Fest di Lignano Sabbiadoro, in programma dal 18 al 21 maggio, nel quale non sono mancate moto di un costruttore del Vecchio Continente che sta facendo sfracelli in India. Tra i suoi fiori all’occhiello, moto tra i 300 e i 500 di cilindrata, modelli in ascesa che puntano a fare concorrenza a quelli di brand storici.
Di quale Casa stiamo parlando? Della Jawa. Il costruttore ha risposto alle voci che si erano rincorse nell’ultimo periodo, dando la conferma della propria presenza su Twitter. Ad oggi non si sa quali saranno i gli esemplari in mostra, ma è molto probabile che non ci saranno molte sorprese, soltanto un aggiornamento dei modelli che l’hanno resa famosa. La sua gamma mescola pezzi più classici, ad altri dal sapore più racing, per passare agli scrambler o ancora ai bobber.
Guardando alla gamma offerta dal produttore dell’Est Europa troviamo pezzi con la 300 CL, classica naked, la 350 OHC in stile scramble, o la 350 CL Perak dal forte richiamo bobber. Molto apprezzate la RVM 500 Scrambler con ruote da 18 e 19 pollici, e la RVM 500 Adventure, che ambisce a sfidare la Benelli.
Jawa, un po’ di storia
Prima di addentrarci nelle origini del marchio, dobbiamo specificare che la partecipazione alla festa friulana, non è stata voluta così, tanto per fare, ma ha un preciso obiettivo. Ovvero l’esordio sul mercato italiano. Dunque, possiamo immaginare che anche se non è stato ancora annunciato nulla, le moto che sfileranno nella località balneare saranno in linea con i gusti dei nostri connazionali.
Passando all’amarcord, la Jawa in realtà non è conosciutissima tra i giovani, eppure vanta un passato davvero glorioso. La prima realizzazione, chiamata 500 OHV, ci riporta indietro addirittura al 1929, quando già erano state fondate la BMW e la Guzzi.
Dietro alla denominazione non si cela niente di misterioso o poetico. Semplicemente è la crasi tra il cognome del patron František Janeček e il nome della concessionaria Wanderer Werke, che si occupava di brevetti e che poi, in un secondo momento entrò a far parte della Auto Union, quella che adesso chiamiamo Audi.
Nota ed apprezzata in patria, l’azienda non si è solamente dedicata alle due ruote, ma pure alle quattro. Ebbene sì. Un’auto venne disegnata dal gruppo ingegneristico che operava a Praga, e in seguito portata a compimento sotto l’insegna Aero dalla Minor Sport.
Incredibilmente si fece onore anche nel mondo delle competizioni, arrivando ad esempio seconda alla 24 Ore di Le Mans del 1949. Capace di uscire indenne dalle restrizioni determinate dal post Seconda Guerra Mondiale, si mise in luce nuovamente nel 1958 quando per prima applicò la frizione automatica, beffando addirittura il colosso Honda.
Impegnata sia nel fuoristrada, sia nello speedway, non si tirò indietro nemmeno nelle serie velocità, motomondiale compreso. Tra i suoi successi nel campionato iridato, citiamo quelle nella classe 350 e quelle sotto in nome di Jawa-CZ, nella fase in cui si unì alla Ceska Zborjovka.