Quando si possiede una moto spesso si sottovalutano alcuni aspetti. Cosa fare per essere sempre in regola.
Sono in molti a pensare che avere una moto anziché un’auto sia meno impegnativo sul fronte manutenzione e delle tasse da pagare. Certo le cifre sono diverse, ma la prassi è esattamente la stessa. Non ci si può esimere sotto nessun aspetto.
In particolare ci sono delle scadenze che non possono essere ignorate e che coinvolgono tutti i mezzi a due ruote, anche quelli meno potenti. Nell’anno in corso sono state introdotte alcune modifiche importanti, a partire dall’adeguamento delle tariffe.
La pratica più importante riguarda la revisione che, come detto, tocca a tutti, motocicli e ciclomotori compresi. Uguali sono la metodologia e i costi, anche se nel secondo caso è prevista una prova suppletiva, quella della velocità dinamica, in modo da controllare che non siano stati “truccati” e rispettino il limite imposto dal Codice della Strada di 45 km/h.
Entriamo ora nel dettaglio di quanto definito dal CdS. L’articolo 80 comma 3 sostiene che deve essere effettuata, come per le macchine, entro quattro anni dalla prima immatricolazione. Una scadenza che scende a due, nel periodo successivo.
Nel primo frangente dovrà essere completata entro il mese di rilascio della carta di circolazione. Nel secondo, invece, nell’arco di quello precedente controllo.
I luoghi in cui può essere operata sono essenzialmente tre: la Motorizzazione Civile, le officine autorizzate e i centri di revisione. Chi sceglie la prima opzione deve sapere che andrà a sborsare una somma minore, ma le tempistiche saranno più lunghe.
Nello specifico la spesa sarà di 45 euro. Altrove invece, si sale a 78,75 euro. Il motivo è che ai 54,95 euro della revisione, vanno aggiunti 12,09 euro di IVA al 22%, 10.20 euro di diritti della Motorizzazione e 1,51 di bollettino postale.
Se si fa riferimento alla Motorizzazione, il versamento deve essere fatto in anticipo tramite bollettino PagoPA alla cifra segnalata sul Portale dell’Automobilista. Qualora si andasse in officina, direttamente a loro al momento della riconsegna del veicolo.
Trattandosi di una pratica che non può essere ignorata o saltata, se ad un posto di blocco le forze dell’ordine riscontrano che si sta circolando con un mezzo privo di revisione o se la stessa è scaduta, si rischia una multa che va dai 173 ai 694 euro. In caso di recidiva la pena pecuniaria raddoppia. E la storia non finisce qui. Oltre al denaro da tirare fuori non si può più circolare fino a quando non ci si è messi in regola.
Chi si dovesse mettere in sella durante il periodo di sospensione può incorrere in una sanzione da 1998 a 7993 euro, più il fermo amministrativo della moto per novanta giorni. Se poi si reitera il reato arriva pure la confisca. Falsificare il certificato porta invece ad essere multati tra i 430 ai 1731 euro, con annesso ritiro della carta di circolazione.
Vediamo infine brevemente come funziona la procedura. L’intero processo ha una durata di 15 minuti. Si parte con l’esame del libretto per verificare che non ci siano inesattezze. Quindi si passa all’analisi tecnica, con particolare attenzione alle emissioni dei gas inquinanti, questa prova è compiuta con un sondino inserito nello scarico, ai freni e all’avvisatore acustico, il cui suono non deve mai scendere sotto i 93 decibel.