Segreto svelato: ecco cosa caratterizza la nuova Royal Enfield 450, con telaio in tubi e piastre d’acciaio
Per gli appassionati del genere, la nuova Royal Enfield Himalayan 450, presentante un telaio in tubi e piastre d’acciaio, è un gioiellino davvero eccezionale. Da qualche settimana, infatti, dopo la propria “prima uscita” nel nostro Paese presso Eicma nello stand dedicato alla stessa Royal Enfield, anche in Italia gli appassionati del genere hanno potuto conoscere ed apprezzare le sue tante nuove peculiarità e qualità.
I commenti di chi ha potuto visionarla, e anche provarla, sono parsi molto positivi. Già da un primo acchito a livello estetico, particolarmente apprezzato è sembrato, soprattutto, essere il fatto di aver scelto di mantenere le caratteristiche tipiche della tradizione del modello, con tanta robustezza e poca elettronica.
Classiche anche le linee, che pure, rispetto alle sue antenate, sembrano muovere sempre più verso quelle che sono le tipicità del mercato occidentale, con colori molto belli e grafiche sottotrasparenti spesso presentanti il marchio Himalayan. Resta una moto semplice e concreta, con cui poter partire serenamente per imprese e avventura di ogni tipo. Sempre più orientata al fuoristrada, presenta una forcella totalmente nuova, dal diametro particolarmente massiccio rispetto a quella della versione 411.
Dettaglio unico: il nuovo motore Sherpa è fantastico!
Ovviamente, non manca qualche necessario adattamento, che ora andremo ad analizzare in breve. Rispetto al recente passato, si fa notare per un telaio più massiccio, come era ovvio fosse per via del cambiamento di cilindrata da 24 cv a 40, raggiunti attorno agli ottomila giri. Altra differenza importante è la presente di un evidente radiatore, che viene posizionato dietro una sorta di nuovo “becco”.
Di fatto, il nuovo motore (denominato Sherpa, per ovvi motivi), raffreddato ad acqua, raddoppiando la potenza e permettendo di guadagnare la sesta marcia e la gestione Ride-By-Wire, con il 90% della coppia massima già disponibile a 3.000 giri. Da segnalare, tra le altre cose, anche l’arrivo della nuova sesta marcia, per potersi permettere un’andatura più rilassata quando si vanno ad affrontare tragitti particolarmente lunghi ed impegnativi.
Telaio reggisella e forcellone a doppio braccio sono anche loro in acciaio, con il secondo che attiva, tra le altre cose, l’ammortizzatore. La forcella, una Showa BP-SFF, non è regolabile. La nuova Himalayan poi, tra le altre cose, un cupolino del tutto nuovo, forse più protettivo rispetto alla vecchia versione.
Dotata, tra le altre cose, di strumentazione spettacolare, tramite uno dispositivo che permette anche la diretta connessione con lo smartphone per condividere le mappe. Notevole anche la sella, divisa in due pezzi, tra passeggero eventuale e pilota conducente. Quest’ultima è, invece, sì regolabile, nello specifico su due posizioni differenti (825 mm e 845 mm) a seconda delle necessità contingenti. Per quanto resti una moto “spartana”, quindi, non mancano le migliori a livello tecnologico.
Migliorie notevoli, tra le altre cose, anche per quello che concerne il serbatoio, ben più capiente rispetto a quelle che erano le versioni precedenti. Un altro switch da segnalare è relativo alle lampadine. SI può parlare, ora di moto full led, a cui hanno lasciato spazio le lampadine alogene, che potevano creare qualche piccolo problema soprattutto a fronte di tratti di percorso in pendenza.
Ad ogni modo, la Royal, pur cambiando molto rispetto alla sua generazione precedente, anche nella nuova “vita” sembra mantenere una linea molto originale e distintiva. Morigerata anche nei consumi, tende a non andare mai sopra i 30 chilometri con un litro. Più di qualcuno, non a caso, l’ha indicata come la vera e propria vincitrice proprio della già citata ultima edizione di Eicma…