Marquez ha già un erede, anche se per adesso non corre ancora in MotoGP. Arriva un’importante investitura
Anche se dal 2020 Marc Marquez sta vivendo un calvario, i suoi numeri rimangono. Dopo aver vinto nella classe 125 nel 2010 ed essersi ripetuto in 250 nel 2012, nel 2013 per lo spagnolo è approdato in MotoGP. Entrato subito in sintonia con la sua Honda, ha letteralmente annichilito gli avversari dominando le tre stagioni successive. Il 2015 è stato appannaggio di Jorge Lorenzo, ma nel 2016 è tornato di nuovo al vertice fino al 2019.
Se c’è un pilota, insieme alle altre leggende, che ha lasciato un segno nella classe regina quello è proprio Marquez. Per anni ci ha abituato a cadere a a rialzarsi come niente fosse e a vincere annullando gli stessi colleghi di marca, che sono sempre parsi guidare una moto inferiore.
Ora come abbiamo detto la magia è finita e per il #93 la situazione si sta mettendo piuttosto male. Con una Honda ben lontana dagli anni passati, Marc è entrato in un loop negativo fatto di infortuni e arrabbiature, mescolate alle voci di un suo addio alla Casa che lo ha fatto diventare grande.
Da settimane si susseguono indiscrezioni sul suo futuro, perché restare in Honda oggi, e probabilmente nel 2024, per Marc significa e significherà accettare di correre nelle retrovie, un pensiero che un cannibale come il rider iberico non può accettare.
Ecco perché si è fatto un gran parlare del suo passaggio in KTM, unica scuderia (insieme alla Ducati) che potrebbe accoglierlo e permettergli di tornare a competere per il Mondiale. Stando però alle dichiarazioni del manager Pit Beirer, Marquez non rientra nei piani del team austriaco che può contare su giovani piloti di talento da promuovere.
Tra tutti ce n’è uno di talento che spicca sugli altri. Considerato un diamante grezzo, Pedro Acosta, attualmente in forza nel team Ajo in Moto 2 e secondo nella classifica generale, è già considerato il possibile erede di Marquez. E’ da mesi che si ipotizza la sua promozione nella top class e i tempi paiono essere maturi.
Parlando al sito tedesco Speedweek il patron e attuale boss del giovane murciano, Aki Ajo, si è pronunciato sul paragone pur attento a non sbilanciarsi: “E’ difficile fare comparazioni, perché ogni corridore ha la sua personalità e il suo carattere, ma posso dire che le peculiarità che ho notato in quelli forti, o in generale nei migliori, le vedo in Pedro“, l’endorsement al 19enne, da lui definito più maturo dell’età che ha.
“Pensa già come un uomo fatto, d’esperienza e poi hai piedi per terra. Effettivamente dice le stesse cose di Marquez in passato“, ha proseguito svelando come i loro discorsi siano di sovente extra pista e più orientati alla vita di tutti i giorni, per poi ribadire quanto sia una sfida per questi ragazzi poco più che adolescenti dover reggere le alte aspettative delle squadre.
Per concludere, il dirigente ha poi fornito un proprio identikit per il campione ideale, ovvero quella che mescola le doti velocistiche a quelle umane. Due peculiarità che a suo avviso Acosta possiede assolutamente.