La brutta notizia relativa alla batosta sul caro benzina sta mandando in tilt i cittadini italiani. Il governo non l’ha fatto
La campagna elettorale è finita da tempo, dato che lo scorso autunno l’esecutivo a guida Giorgia Meloni si è insidiato in camera e al senato. Eppure, sono diverse le testate che criticano la leader per aver promesso il taglio delle accise durante il periodo che ha preceduto le elezioni, mentre poi ciò non è stato effettuato. La stessa leader di Fratelli d’Italia nega di aver fatto promesse del genere, ma la diatriba è ancora in atto.
Il governo, quindi, non ha messo mano alla questione delle accise, che ricordiamo sono le imposte indirette applicate sulla produzione e sulla vendita del carburante, in questo caso, ma anche di tanti altri beni. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Alfonso Urso, ha chiuso la porta sulla questione del taglio di esse, mentre intanto i prezzi del diesel e della benzina sono tornati ad aumentare.
Al servito il costo medio è arrivato quasi a 2 euro al litro, mentre quello al self è leggermente inferiore. Per quanto riguarda le associazioni di settore, queste ultime denunciano alcuni rincari straordinari, specie nelle giornate più calde e che vedono gli italiani spostarsi maggiormente. In questi casi, il prezzo in autostrada è arrivato a toccare anche i 2,5 euro al litro.
Un problema da contenere
Secondo quanto riportato dal sito formulapassion.it, il ministro Urso sembra aver spiegato che ci troviamo di fronte ad un leggero incremento dei prezzi medi sul carburante. Se confrontato allo scorso anno, quindi, non ci sono paragoni in merito, ma in quel momento le dinamiche politiche internazionali erano chiaramente diverse. In quel periodo, di fatto, avvenne lo scoppio della guerra in Ucraina e il conseguente aumento dei prezzi generali.
Una novità, però, è stata avviata in diverse zone dell’Italia e riguarda i cartelli dei prezzi medi del carburante. Questi verranno esposti all’esterno dei distributori a fianco di quelli che siamo soliti vedere, i quali riportano i prezzi praticati. Ma le associazioni di settore sono contrari anche a questa soluzione.
Secondo queste ultime, di fatto, tale iniziativa porterà a stimolare la concorrenza fra i vari distributori. In effetti, i gestori di carburanti, Fifisc e Fegica, sono pronti ad effettuare un ricorso direttamente al consiglio di Stato. Secondo loro, questa misura non porterà alcun tipo di vantaggio ai consumatori e risulta essere incompatibile con le norme relative alla concorrenza fra le aziende.