Il caro carburanti ha caratterizzato il 2023 degli italiani, soprattutto nei mesi estivi: ora però una sentenza sta per cambiare tutto
Dopo la tempesta estiva che aria tira sul prezzo dei carburanti in Italia? Al momento solo una brezza, dopo diversi mesi che hanno visto invece rialzi in serie per la benzina e il diesel. Nessun taglio delle accise, quota 2 euro al litro sfondata ma ora la situazione sembra essersi assestata e fa respirare gli italiani.
Quali sono al momento i prezzi dei carburanti in Italia secondo gli ultimi rilevamenti di Quotidiano Energia ed elaborati in base alle comunicazioni dei singoli gestori? Andiamo con ordine partendo dalla benzina: al self service costa in media 1,857 euro/litro, con una forbice compresa tra 1,844 e 1,869 euro/litro. La media nei distributori no logo è di 1,855 euro/litro mentre al servito siamo a 1,999 euro/litro.
Quanto al diesel, in modalità fai da te il prezzo medio è a 1,850 euro/litro, con la forbice tra le compagnie che oscilla tra 1,840 e 1,859 euro/litro (per i no logo a 1,848 euro/litro). Al servito siamo su 1,991 euro/litro. Il Gpl passa da 0,727 a 0,749 euro/litro con i no logo a 0,714 e infine il metano tra 1,429 e 1,558 euro/kg mentre nei no logo 1,454.
Ma come è andata nei primi dieci mesi di quest’anno? Per automobilisti e motociclisti è stato un bagno di sangue. Il prezzo medio della verde infatti è stato di 1,911 euro/litro, mentre per il diesel di 1,891 euro/litro. Significa aumenti rispettivamente di 0,233 e 0,044 euro/litro confrontati con lo stesso periodo del 2022 Allora però era ancora in vigore il taglio delle accise che adesso è finito in un cassetto.
Carburante, arriva un’altra novità: la sentenza del TAR cambia tutto
Ora però arriva la conferma di una notizia che potrebbe cambiare tutto, almeno nel prossimo futuro. Dipende tutto da una sentenza emessa dal TAR del Lazio che ha cancellato uno dei decreti più discussi dei mesi scorsi.
Stiamo parlando di quello varato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italiy a fine marzo 2023 che aveva fatto arrabbiare i gestori. L’obbligo, scattato in realtà poi dal 1° agosto, di esporre nelle stazioni di servizio il prezzo medio dei carburanti accanto a quelli praticati.
Il Tribunale Amministrativo Regionale ha accolto, ma solo per vizio di forma, il ricorso presentato dalle sigle sindacali FEGICA e FIGISC oltre che da alcuni commercianti del settore. Secondo i giudici “sono mancati sia la preventiva comunicazione al Presidente del Consiglio dei ministri, sia il parere preventivo del Consiglio di Stato”.
Ora resta da capire se la sentenza del TAR diventerà immediatamente esecutiva e quindi fin da subito sparirà l’obbligo di esporre i prezzi medi già da domani. Ma il ministero ha già dato mandato all’Avvocatura dello Stato di presentare immediato appello al Consiglio di Stato per una sospensiva. E intanto però siamo certi: da qui a Natale difficilmente i prezzi scenderanno in maniera importante.